22 Aprile
innovazione

Xylella, scoperta altra coltivazione di ulivo resistente al batterio: la “Favolosa”

Dalla scienza arriva nuova speranza di salvezza per gli ulivi pugliesi. Dopo il “Leccino”, è stata infatti individuata un’altra varietà di ulivo in grado di resistere al batterio della Xylella fastidiosa: si tratta della “Favolosa” (nome scientifico è FS-17), nata da una selezione di semenzali della “Frantoio”.

 

La scoperta, recentemente pubblicata dal settimanale L’informatore Agrario, si deve all’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Ipsp-Cnr), in collaborazione con l’Università di Bari e il Centro di ricerca Basile Caramia.

 

I ricercatori definiscono «sorprendenti» i risultati raggiunti, che potrebbero rappresentare un’ulteriore speranza di contrastare il contagio e fornire soluzioni all’emergenza fitosanitaria che affligge da qualche anno l’olivicoltura pugliese. Nei giorni scorsi, l’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, consulente scientifico della Commissione europea, ha pubblicato un rapporto in cui si conferma che il “Leccino” e la cultivar FS-17 sono tolleranti alla Xylella.

 

«Questa scoperta», dichiara il presidente del Cnr, Massimo Inguscio, «rafforza le speranze di salvare l’olivicoltura, ora gravemente minacciata, nelle aree interessate dal batterio, ed è l’ulteriore dimostrazione del contributo che il Cnr, impegnato in prima linea sin dalla prima identificazione del patogeno, sta dando alla ricerca di soluzioni concrete e di grande impatto sull’economia, sull’occupazione, e sulla salvaguardia del territorio».

 

L’epidemia di Xylella fastidiosa, che interessa da alcuni anni gli ulivi pugliesi, ha ormai varcato i confini della provincia di Lecce, estendendosi anche a parte delle provincie di Brindisi e Taranto. Si tratta di un territorio che ospita circa venti milioni di ulivi, una parte non trascurabile dei quali ormai gravemente compromessa. La stima di Coldiretti Puglia è di un danno superiore al miliardo di euro.

 

La ricerca di fonti di resistenza in olivo è tra i principali obiettivi perseguiti da due progetti del Programma Horizon 2020, finanziati dall’Unione europea e coordinati dall’Ipsp-Cnr.

 

«Sono attualmente già circa 300 le cultivar di olivo in sperimentazione, numero non esaustivo, ma certamente significativo rispetto all’ampiezza del germoplasma olivicolo mediterraneo», spiega Francesco Loreto, direttore del Dipartimento di Scienze bio-agroalimentari del Cnr. «È una ricerca su cui sono concentrate le attenzioni, e le speranze, non solo degli olivicoltori italiani e di tutti i Paesi olivicoli del Mediterraneo, ma anche di Nord Africa, Sudafrica, fino alle lontane Argentina, Cile e Australia».

 

(© Osservatorio AGR)

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