4 Aprile
innovazione

Xylella: dalla Fondazione CMCC sensori e computer per prevenzione e diagnosi precoce

Un apparato tecnologico composto da sensori applicabili sugli alberi malati e computer in grado di ricostruire la vulnerabilità degli ulivi all’infezione, attraverso la simulazione del clima e dei comportamenti delle piante. Sono gli strumenti su cui stanno lavorando i ricercatori per sconfiggere la Xylella fastidiosa, in rapida espansione in diverse regione europee. Si tratta di una sorta di “grande fratello”, funzionale a comprendere il meccanismo di diffusione della malattia degli ulivi in modo da diagnosticarne precocemente i sintomi. A metterlo a punto, la Fondazione CMCC (Centro europeo-mediterraneo sui cambiamenti climatici), nell’ambito del progetto internazionale (finanziato dall’Unione europea) Xf-Actors, coordinato dal CNR-IPSP di Bari, l’Istituto per la protezione sostenibile delle piante.

 

«Utilizzeremo pacchetti di sensori messi sul tronco degli ulivi», spiega Monia Santini, del CMCC, «in modo da acquisire dati in continuum su alcuni parametri eco-fisiologici, come temperatura, viscosità e velocità della linfa, livelli di penetrazione della luce attraverso la chioma». In questo modo è possibile monitorare lo stato di salute delle singole piante e capire molto velocemente quali, pur essendo sane, sono altamente vulnerabili a causa delle condizioni ambientali circostanti, quali manifestano i primi sintomi di infezione da Xylella fastidiosa, e quali sono soggette a una più o meno veloce diffusione della malattia e del disseccamento.

 

Inoltre, simulazioni climatiche regionali sull’Europa saranno utilizzate per una mappatura su come e dove potrebbe avanzare e diffondersi il batterio nei prossimi decenni grazie a un clima ad esso favorevole, con l’identificazione di potenziali corridoi preferenziali e aree di diffusione.

 

Sul fronte della prevenzione e della mappatura delle piante infette, la Fondazione CMCC ha anche realizzato, con l’Università del Salento, il progetto “Antidote”, finanziato dalla Regione Puglia. Utilizzando i sensori e integrandoli con le informazioni dei modelli fisico-matematici per la riproduzione delle fasi vegetative dell’ulivo, si arriverà a una metodologia d’avanguardia per il rilevamento precoce e il monitoraggio sul territorio. L’obiettivo è capire, ad esempio, in quale periodo dell’anno c’è più probabilità che gli alberi siano infettati, perché più vulnerabili, o che l’infezione possa diffondersi più facilmente e combinarsi con altri fattori, quali ad esempio lo stress idrico dovuto a siccità.

 

In Italia il batterio delle Xylella è stato riscontrato per la prima volta nel 2008; a partire dal 2013 è iniziata un’epidemia che ha colpito in modo particolare il Salento, ma che comincia a manifestarsi anche in Francia (in Corsica, e nell’area continentale vicino a Nizza) e Spagna (Isole Baleari).

 

La fitopatologia che provoca il progressivo essiccamento degli ulivi è una novità assoluta per l’Italia e per l’Europa, e per questo, in cerca delle soluzioni più efficaci per conoscerla, capire come si espande e sconfiggerla, sono al lavoro squadre di ricerca internazionali, che si avvalgono di strategie multidisciplinari utilizzando diverse metodologie e approcci.

 

(© Osservatorio AGR)

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