Winesense: dalla Spagna una tecnologia che migliora le proprietà dei derivati dell’uva
Sviluppare un nuovo processo di estrazione dalle vinacce che migliori le proprietà dei prodotti derivati dall’uva, aumentandone il contenuto di polifenoli. È l’obiettivo raggiunto da Winesense, progetto di ricerca spagnolo che ha messo a punto una nuova tecnologia basata sull’utilizzo delle microonde con la combinazione di alta pressione ed effetti antisolvente.
Una delle principali carenze dei processi di estrazione di prodotti naturali, spiega la professoressa Maria José Cocero Alonso, coordinatrice del progetto, consiste nella degradazione dei componenti attivi dovuta alle temperature e alla durata dell’estrazione, fattori che determinano la perdita di gran parte delle proprietà dei prodotti, quali la capacità antiossidante, il colore naturale o il sapore.
Winesense ha sviluppato un’intensificazione del processo, allo scopo di ridurne la durata; la tecnologia a microonde sviluppata dai ricercatori spagnoli consente, infatti, di ottenere in pochi minuti estratti più selettivi e di migliore qualità. In particolare, risultano aumentate le quantità flavonoidi e antocianine. Queste ultime sono polifenoli facilmente degradabili e la riduzione a due minuti del tempo di estrazione evita questo fenomeno.
I risultati del progetto hanno consentito di ottenere un finanziamento regionale finalizzato a sviluppare una tecnologia a microonde continue, in grado di estrarre i polifenoli da sottoprodotti dell’agricoltura.
Le possibili applicazioni riguardano vari settori, a parte dall’industria cosmetica specialmente nel caso di piccole aziende che producono cosmetici naturali, poiché la tecnologia prevede l’esclusivo impiego di composti naturali e acqua pressurizzata come antisolvente, senza utilizzare complicati e costosi macchinari.
Le formulazioni di estratti di polifenoli nelle proteine alimentari vengono anche sottoposte a studi in vitro relativi a cellule epiteliali, da un partner portoghese, iBET, per lo sviluppo di nuovi cosmetici naturali.
(© Osservatorio AGR)