Vino, rapporto Iwsr-Vinexpo: le previsioni di crescita del mercato globale
Nel 2020 la Cina diventerà il secondo importatore mondiale di vino, superando la Gran Bretagna e arrivando a rappresentare il 72% della crescita globale delle importazioni. Negli Stati Uniti il settore vinicolo dagli attuali 34,5 miliardi di dollari di fatturato crescerà fino a toccare i 38,6 miliardi, mentre in Cina passerà da 15,5 a 21,7 miliardi di dollari, grazie ad un’accelerazione del 39,8%. Sono queste le previsioni contenute nello studio condotto da Iwsr – International Wine & Spirits Research e VineExpo, il salone francese dedicato alla produzione enoica internazionale, e presentato a Hong Kong dall’amministratore delegato della mostra Guillaume Déglise.
Nell’illustrare i profili di crescita dei mercati cinese e statunitense, Déglise ne ha evidenziato le differenze: «ci aspettiamo che la Cina passi dagli attuali 632,4 milioni di bottiglie a 1,128 miliardi del 2020, un boom del 79%, che poggerà soprattutto sulle importazioni, perché la Cina non è ancora un grande produttore». Diverso il ruolo degli Stati Uniti, «un produttore affermato, ma che non riesce a stare dietro a un mercato dei consumi tanto grande: ci aspettiamo una crescita ulteriore di 45,6 milioni di bottiglie entro il 2020».
Secondo il rapporto, nel medio periodo non sono da sottovalutare le potenzialità dell’Africa, con Paesi come Costa d’Avorio, Nigeria e Namibia che, avendo aperto al vino, potrebbero rivelarsi bacini importanti in termini di volumi.
Continuerà invece la discesa dei consumi europei: il Vecchio Continente complessivamente è ancora il principale consumatore di vino, rappresentando il 60% del mercato, ma da qui al 2020 perderà altri 406 milioni di bottiglie. «Le ragioni del declino», spiega Déglise, «sono legate a un evidente miglioramento di ciò che si beve: le nuove generazioni, cresciute con leggi più severe e campagne di prevenzione, hanno interpretato al meglio il trend della premiumisation, e poi non va sottovalutata la concorrenza di birra e sidro».
In termini assoluti, i consumi pro capite europei restano di gran lunga i più alti, e la Cina, nonostante tutto, nel 2020 arriverà ad appena 1,53 litri di consumo medio annuo pro capite, contro i 43,63 litri della Francia. Un dato facilmente spiegabile, quello del Paese asiatico, se si considera che il consumo abituale di vino riguarda appena 38 milioni di persone su una popolazione totale di 1,4 miliardi.
(© Osservatorio AGR)