Vino, il sistema unico di certificazione della sostenibilità fa un passo avanti
Alla fine dello scorso mese di giugno, il Ministero delle politiche agricole ha pubblicato un decreto contenente le modalità di applicazione del nuovo sistema unico nazionale per la certificazione della sostenibilità dei prodotti vitivinicoli introdotto dal cosiddetto decreto Rilancio dello scorso anno. In sostanza, si tratta di un sistema armonizzato a livello nazionale di certificazione ambientale con la regia pubblica.
L’adesione al sistema di certificazione è volontaria e può avvenire da parte di aziende agricole singole o associate. L’organismo di controllo incaricato verifica la rispondenza del processo produttivo ai requisiti del disciplinare e rilascia l’attestazione tramite il certificato di conformità.
Le verifiche sono a due livelli: il primo interessa tutte le imprese vitivinicole aderenti al sistema di sostenibilità che intende ottenere la certificazione per la propria produzione; il secondo prevede una verifica a campione, realizzata attraverso l’utilizzo di indicatori per misurare i miglioramenti ottenuti ed è eseguita sotto l’egida del Comitato ministeriale della sostenibilità vitivinicola.
Il decreto di fine giugno provvede appunto alla costituzione di questo Comitato (Cosvi) che svolge un ruolo operativo fondamentale per la determinazione dei diversi passaggi che porteranno al pieno funzionamento del sistema.
In particolare, i suoi compiti sono la definizione del disciplinare per la produzione sostenibile e il successivo aggiornamento, la definizione del sistema di monitoraggio della sostenibilità, con l’individuazione dei criteri per il campionamento delle aziende da sottoporre a controllo e quella degli indicatori necessari per valutare il grado di sostenibilità della filiera vitivinicola.
L’introduzione del sistema nazionale di certificazione della sostenibilità è stata accolta con favore e interesse dagli operatori economici della filiera vitivinicola. Resta però da chiarire in che modo sarà possibile passare dagli attuali sistemi di certificazione volontaria, pubblici e privati, verso il nuovo protocollo unitario a livello nazionale. Molti operatori del settore, infatti, aderiscono agli schemi esistenti e guardano con interesse allo standard unico nazionale, ma vorrebbero scongiurare il rischio di eventuali ulteriori adempimenti e spese aggiuntive per l’adesione alla certificazione nazionale.