Il vino come bene rifugio: fondi d’investimento ai massimi dal 2011
Il vino pregiato è sempre più visto come un bene rifugio, che garantisce una buona tutela dal rischio di mercato.
Infatti, le quotazioni dei fondi d’investimento nel comparto sono ai massimi storici dall’ottobre del 2011, come evidenzia l’agenzia finanziaria Bloomberg.
«Le condizioni macroeconomiche favorevoli, un’offerta limitata e una forte domanda continueranno a far crescere il mercato», sostiene Chris Smith, gestore del Wine Investment Fund di Londra. Il fondo ha offerto un ritorno del 17% nel 2016, portando il valore degli asset a 248 milioni di sterline (circa 290 milioni di euro al cambio attuale). Un fattore favorevole è il calo della sterlina associato alla Brexit, che ha reso gli acquisti più convenienti per gli investitori di Oltreoceano. Gli indici denominati nella valuta britannica stanno vivendo un rialzo che bilancia proprio il deprezzamento della divisa inglese.
L’indicatore di riferimento, il Live-ex 100 Benchmark Fine Wine Index, ha registrato negli ultimi 14 mesi una crescita continua: la più lunga dal giugno 2010 restituendo il 25% in più dell’anno scorso. Una performance migliore anche di quella del Ftse 100, il principale indice azionario della Borsa di Londra, che ha comunque segnato un +19%.
Non vanno tuttavia sottovalutati i rischi connessi a questa forma d’investimento: «i fondi che investono nel comparto dei vini in molti casi sono di piccole dimensioni, quindi ci possono essere problemi di liquidità», spiega Charles Boulton, a capo dei mercati per la private-bank di Hsbc nel Regno Unito. Per avere rendimenti apprezzabili può essere necessario aspettare a lungo, e in alcuni casi la volatilità è alta.
(© Osservatorio AGR)