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Vino, approvato il Testo Unico
Semplificazione burocratica e amministrativa, miglioramento del sistema dei controlli, maggiore trasparenza. Sono queste le principali novità che caratterizzano il Testo Unico della vite e del vino, approvato in via definitiva dal Parlamento il 28 novembre.
Il provvedimento, unificando, aggiornando e razionalizzando il complesso di leggi preesistenti, racchiude in un’unica norma di 91 articoli l’intera disciplina di riferimento per la coltivazione della vite e la produzione, l’imbottigliamento e la commercializzazione dei vini.
Tra le innovazioni introdotte ci sono anche le semplificazioni per le comunicazioni da effettuare all’Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF) in merito alla planimetria dei locali degli stabilimenti enologici.
Il Testo Unico rivede il sistema di certificazione e controllo dei vini a denominazione di origine e indicazione geografica, riducendo da dieci a sette anni l’arco temporale entro il quale per un vino Doc è possibile richiedere il riconoscimento Docg e da quattro a tre le campagne necessarie alla richiesta di cancellazione della protezione, qualora le Dop e Igp non siano state rivendicate o certificate.
Sono inoltre previste disposizioni sui vigneti storici finalizzate a promuovere interventi di ripristino, recupero e salvaguardia soprattutto nelle aree soggette a rischio di dissesto idrogeologico o di particolare pregio paesaggistico.
A tutela del patrimonio viticolo nazionale è stabilito che possono essere impiantate, reimpiantate o innestate soltanto le varietà di uva da vino iscritte nel Registro nazionale delle varietà di viti e classificate per le relative aree amministrative come varietà idonee.
Inoltre viene istituito presso il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali uno schedario viticolo contenente informazioni aggiornate sul potenziale produttivo, nel quale dovrà essere iscritta ogni unità vitata idonea alla produzione di uva da vino.
Sul piano delle verifiche si realizzano significative semplificazioni: sulla base del principio di raccordo, le diverse autorità operanti nel sistema dei controlli dovranno condividere le informazioni acquisite, evitando duplicazioni nelle ispezioni.
Per quanto riguarda il sistema sanzionatorio, l’introduzione dello strumento del ravvedimento operoso prevede la riduzione delle sanzioni amministrative pecuniarie nel caso di violazioni relative a comunicazioni formali, ma solo a condizione che non sia già iniziato un procedimento da parte dell’organismo di controllo.
(© Osservatorio AGR)