28 Marzo
imprese & mercati politiche

Via della Seta. La Cina è più vicina per carne e agrumi italiani

La «Via della seta», l’accordo sul commercio con la Cina firmato nei giorni scorsi a Roma, porta novità anche in campo agricolo, in particolare per quel che riguarda le esportazioni italiane di carne suina refrigerata e congelata e gli agrumi freschi.
Si tratta di accordi formalizzati dopo lunghi anni di trattative, ma che finalmente aprono prospettive interessanti.

Per quanto riguarda le carni suine il Protocollo di intesa è stato firmato dal ministro della Salute, Giulia Grillo, e dall’ambasciatore cinese a Roma, Li Ruiyu e, secondo Assica,  l’Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi  costituisce un vero spartiacque con il passato: ora le condizioni per l’esportazione delle nostre carni suine sono ufficialmente definite ed è possibile procedere verso la conclusione delle formalità burocratiche.

La trattativa, precisa ancora l’Assica, è durata oltre 15 anni e ha richiesto lo svolgimento di numerose missioni in Cina da parte dei più alti livelli tecnici e istituzionali del nostro Paese per incontrare i vertici delle Autorità sanitarie cinesi, di visite in Italia di delegazioni di ispettori del Ministero dell’agricoltura, delle Agenzie di quarantena e delle Dogane cinesi e l’invio di copiosi fascicoli tecnico-sanitari da parte del Ministero della Salute.

Ora si attendono analoghe buone notizie anche per la carne bovina.
Per quanto riguarda gli agrumi, il protocollo è stato firmato dal ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio e presenta, come principale novità, l’apertura alla spedizione per via aerea.

La questione delle esportazioni di frutta italiana in Cina è piuttosto complessa: «La Cina – lamenta Coldiretti – frappone ostacoli per motivi fitosanitari è chiede assicurazioni sulla assenza di patogeni frutticoli (insetti o malattie) non presenti sul proprio territorio con estenuanti negoziati e dossier che durano anni e che affrontano un prodotto alla volta». Sono ancora impossibili, ad esempio, le esportazioni di mele e pere.

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