Via alla raccolta del riso italiano
Da qualche giorno sono entrate nel vivo le operazioni di raccolta del riso in Italia. La campagna è partita in ritardo di 10-15 giorni per le basse temperature primaverili che hanno rallentato la crescita della coltura. A pesare sulla produzione 2021 è stato poi l’andamento climatico avverso con le violente precipitazioni che hanno devastato il raccolto in molte aree, mentre in altre è mancata la disponibilità di acqua nelle fasi inziali di sommersione che ha determinato ritardi più o meno accentuati sul ciclo colturale del risone.
Nonostante le difficoltà causate dal clima, l’Italia si conferma primo produttore europeo di riso, con 226.800 ettari coltivati quest’anno e 4.000 aziende agricole che raccolgono 1,5 milioni di tonnellate di risone all’anno, pari a circa il 50% dell’intera produzione europea, con una gamma varietale unica e fra le migliori del mondo.
Sul fronte del mercato le attese dei produttori sono positive. L’azzeramento delle scorte di risoni, nella fase “tecnica” di congiunzione tra la vecchia e la nuova campagna, è un risultato che ha messo di buon umore gli operatori del settore.
“La campagna risicola – ha affermato Giovanni Daghetta, presidente di Cia Lombardia – si è chiusa per la prima volta dopo tanti anni senza scorte al 31 agosto. È un dato positivo, in linea con le aspettative. Ora – ha aggiunto – è necessario lavorare sulla nuova Pac affinché sia attuata con un piano nazionale che soddisfi le esigenze degli agricoltori”.
Sulla Pac bisognerà “trovare un giusto equilibrio tra esigenze ambientali e produttive”, ha aggiunto il presidente di Cia Lombardia, ribadendo l’importanza dei presidi fitosanitari per preservare la qualità dei raccolti e i livelli di produttività nelle risaie.
Un esplicito appello a lavorare sulla nuova Pac attuandola con un Piano strategico nazionale in linea con le esigenze degli agricoltori.
Nel comparto risicolo, come recentemente ribadito dal presidente dell’Ente nazionale risi, Paolo Carrà, i progetti di monitoraggio contro la diffusione del brusone, con bollettini quindicinali di informazione “rientrano in quelle che sono oggi le principali indicazioni sulla salvaguardia dell’ambiente e sulla sostenibilità”.
Con l’ausilio della tecnologia, in particolare grazie a una rete di apparecchiature “captaspore” sistemate in campi sentinella, è già possibile ridurre i trattamenti chimici in risaia, con un approccio integrato che va nella direzione tracciata da Bruxelles e dal Green Deal.