14 Gennaio
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Via al Piano di gestione dei rischi in agricoltura 2021

Con un decreto del 29 dicembre scorso, il Ministero delle politiche agricole ha ufficializzato il Piano di gestione dei rischi in agricoltura per il 2021.


Il provvedimento in buona sostanza ricalca quanto previsto negli anni precedenti, tuttavia non mancano le novità. La più significativa è forse l’introduzione nella metodologia di calcolo dei valori standard applicati sia alle produzioni vegetali sia a quelle zootecniche. In tal modo si evita il ricorso alle rese storiche contenute nel piano assicurativo individuale, ovvero la base statistica dalla quale si parte per determinare il valore assicurabile sul quale poi Agea calcola il contributo pubblico. Si tratta di un’importante innovazione che risponde alla richiesta di una semplificazione burocratica avanzata da molti.


Il Piano prevede che la quota di contributo pubblico sulla spesa ammessa arrivi al 70%, valore che scende al 65% per le polizze sperimentali index based, per le polizze che coprono solo due delle avversità ammesse e diminuisce ulteriormente al 50% per le coperture assicurative su strutture aziendali, animali morti e smaltimento delle carcasse.


Ai fini dell’ammissibilità del contributo pubblico, per le colture a ciclo autunno-primaverile è necessario che il contratto assicurativo sia siglato entro il 31 maggio prossimo, mentre per le colture a ciclo primaverile e per l’olivicoltura la data limite è quella del 30 giugno.


Il Piano di gestione dei rischi 2021 punta a promuovere ulteriormente i fondi di mutualizzazione e i fondi di stabilizzazione del reddito settoriale, che quest’anno comprendono due nuovi comparti, la risicoltura e la suinicoltura.


Anche nel 2021 saranno applicate le cosiddette polizze sperimentali, cioè le polizze ricavo e quelle indicizzate. Nel primo caso viene garantita la copertura della perdita di ricavo della produzione assicurata determinata da una riduzione di resa o da un calo del prezzo. Questa copertura si applica al frumento e il risarcimento è previsto quando la riduzione del ricavo risulta superiore al 20%.


Le polizze sperimentali index based si applicano invece alle produzioni di cereali, foraggere, oleaginose, alla coltura del pomodoro, agli agrumi, alle cucurbitacee e alle olive. La loro particolarità è di tutelare l’agricoltore su danni di quantità e qualità dovuti all’andamento climatico avverso e la cui determinazione è eseguita attraverso il ricorso a un indice biologico e/o meteorologico e alla quantificazione del relativo spostamento rispetto a valori standard.

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