Vendemmia 2019 in calo, ma l’Italia resta prima
La vendemmia di quest’anno porterà meno vino nelle cantine italiane, ma ciò nonostante il nostro Paese resterà al primo posto tra i produttori mondiali, visto che anche Francia e Spagna, i nostri principali concorrenti, presentano numeri in calo.
Questo, in estrema sintesi, è quanto si legge nelle previsioni vendemmiali nate quest’anno dalla collaborazione tra Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini: nel 2019 in Italia si produrranno circa 46 milioni di ettolitri di vino contro i quasi 55 dello scorso anno, il che significa un calo del 16%.
Come detto, comunque, sembra salva anche per il 2019 la leadership mondiale del nostro Paese, dal momento che in Francia è attesa una produzione di 43,4 milioni di ettolitri e la Spagna non dovrebbe andare oltre i 40 milioni.
Classifiche a parte, questa diminuzione produttiva non preoccupa gli operatori italiani, considerando che l’abbondante vendemmia del 2018 ha avuto riflessi negativi sulle quotazioni dei vini che, nel complesso, hanno segnato un -13% sulla precedente campagna. Il mercato dei vini comuni ha subito ribassi piuttosto consistenti tanto che, soprattutto nei bianchi, in alcuni momenti si è tornati a sfiorare i prezzi di dieci anni prima.
Nel complesso l’ultima campagna si è chiusa con un -27% per i vini comuni, maturato da un -34% nel segmento dei bianchi e da un -21% nei rossi. Per i vini a denominazione (Doc-Docg) la riduzione si è limitata al 6%.
Tornando alle previsioni produttive per il 2019, tutte le regioni dovrebbero avere il segno «meno», a parte forse la Toscana. Il calo maggiore è quello della Lombardia (-30%), seguita da Umbria (-24%), Sicilia ed Emilia-Romagna (-20%).
La prima regione come produzione di vino resta, e di gran lunga, il Veneto con oltre 11,2 milioni di ettolitri, seguito dalla Puglia con 8 milioni e dall’Emilia-Romagna con 7,4 milioni.
Per completare il quadro uno sguardo all’export: secondo elaborazioni Ismea su dati Istat, i primi 5 mesi del 2019 hanno segnato un progresso delle esportazioni italiane in volume dell’11% sullo stesso periodo dell’anno precedente, e in valore del 5,5%.