Usa-Ue, novità nella guerra dei dazi
La guerra commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea nata dalla vicenda degli aiuti illegali nel settore aeronautico, Boeing da una parte e Airbus dall’altra, si arricchisce di un nuovo importante fattore: la Wto, l’Organizzazione mondiale del commercio, ha riconosciuto all’Ue il diritto di imporre dazi compensatori dal valore di 4 miliardi di dollari nei confronti degli Stati Uniti.
Nell’ottobre dello scorso anno la stessa Wto aveva autorizzato gli Usa a imporre dazi sui prodotti europei per un valore di 7,5 miliardi di dollari, che l’Amministrazione Trump ha prontamente messo in atto colpendo diversi prodotti europei tra i quali molti agroalimentari, dai vini francesi all’olio spagnolo, ai formaggi italiani.
Washington ha sempre rifiutato di trovare una soluzione negoziata alla controversia, che dura ormai da 16 anni.
Ora potrebbe scattare la ritorsione europea: la lista di prodotti a stelle e strisce da colpire è già pronta, ma la Commissione europea sicuramente non prenderà alcuna decisione prima delle elezioni americane del 3 novembre.
Se comunque Bruxelles decidesse di rendere operativi i dazi anti-Usa, si tratterebbe di un ulteriore innalzamento della tensione nei rapporti commerciali tra le due sponde dell’Atlantico.
La speranza, almeno in Europa, è che invece questa sia l’occasione per mettere nuovamente le due parti attorno a un tavolo e ricominciare a discutere.
Lo sottolinea anche il presidente di Confagricoltura Massimiliano Giansanti, secondo il quale «la pronuncia della Wto rafforza la posizione dell’Ue, ma l’obiettivo di fondo resta, a nostro avviso, invariato: è indispensabile negoziare con gli Stati Uniti un accordo per mettere fine a una disputa che coinvolge in modo assolutamente ingiustificato il settore agroalimentare. L’inasprimento delle tensioni commerciali sarebbe dannoso per tutti, a maggior ragione nell’attuale fase di crisi economica innescata dalla pandemia».
Sulla stessa linea anche il presidente di Coldiretti Ettore Prandini: «Occorre ora avviare un dialogo costruttivo ed evitare l’acuirsi di uno scontro dagli scenari inediti e preoccupanti, che rischia di determinare un pericoloso effetto valanga sull’economia e sulle relazioni tra Paesi alleati in un momento drammatico per gli effetti della pandemia».