Ue, segno meno nel 2021 per la produzione di carni bovine e avicole
Nel Summer Outlook di breve termine la Commissione Europea prevede quest’anno un’ulteriore flessione della produzione Ue di carni bovine.
In base alle stime pubblicate nei giorni scorsi, la perdita dovrebbe attestarsi all’1,4% rispetto allo scorso anno e sarebbe ancora ascrivibile a una riduzione dei capi presenti negli allevamenti dei Ventisette, fenomeno che coinvolge anche la linea latte, e alle difficoltà di collocamento nel food service (canale extradomestico), per il protrarsi delle difficoltà legate all’emergenza sanitaria.
Nel primo trimestre 2021, certificano i servizi statistici della Commissione Europea, la produzione di carni bovine nel’UE si è ridotta del 3,7% su base annua, per le perdite registrate soprattutto in Irlanda e Germania. Il miglioramento del quadro economico generale suggerisce tuttavia un parziale recupero nella seconda metà dell’anno, seppure in un contesto di forte incertezza sugli sviluppi della pandemia.
Nel comparto suino le proiezioni restano orientate a una crescita dell’1,7%, in previsione di aumenti nei grandi produttori nordeuropei, oltre che in Spagna e in Italia. La tendenza sarebbe principalmente riconducibile a una forte richiesta internazionale, nonostante l’atteso calo delle esportazioni di carni suine “made in EU” dirette in Regno Unito (-17% nel primo trimestre 2021), ma a sostenere la produzione saranno anche i consumi interni, previsti in crescita dello 0,7% sul 2020.
Per quanto attiene alle carni avicole, le proiezioni di Bruxelles sono orientate a una riduzione della produzione dello 0,9%, per via delle restrizioni imposte dall’influenza aviaria in ben 18 paesi UE e in particolare in Polonia, primo produttore dell’area. La condizione di squilibrio, in previsione di una ripartenza della domanda interna, dovrebbe dare un forte impulso alle quotazioni, con i prezzi che nel secondo trimestre di quest’anno hanno già archiviato un aumento dell’8% rispetto alla media degli ultimi cinque anni.
La redditività del settore non sembra tuttavia migliorare, scrivono gli esperti. L’inasprimento dei costi di produzione, soprattutto per l’acquisto dei mangimi, sta deteriorando i bilanci aziendali, contribuendo tra l’altro a peggiorare la competitività delle carni europee sui mercati mondiali.