11 Agosto
imprese & mercati politiche

UE proroga per altri sei mesi le sanzioni alla Russia

Il Consiglio UE ha prorogato per ulteriori sei mesi, fino al 31 gennaio 2022, le sanzioni a carico della Russia introdotte nell’ormai lontano 2014, in risposta alle azioni di ingerenza di Mosca che hanno destabilizzato la situazione in Ucraina.
Per l’agroalimentare italiano la decisione rappresenta (e reitera) un costo elevatissimo in termini di ulteriori mancate esportazioni verso il paese degli Urali, osserva la Coldiretti. L’iniziativa dell’UE provocherà infatti l’ennesima ritorsione di Mosca, che prorogherà l’embargo già più volte rinnovato per una lunga lista di prodotti agricoli e alimentari, blocco che ha portato al completo azzeramento delle esportazioni in Russia di frutta e ortaggi, carni e salumi, compresi diversi prodotti simbolo del made in Italy: dal Parmigiano Reggiano al Grana Padano, dal prosciutto di Parma al San Daniele.


Secondo l’organizzazione agricola, le esportazioni agroalimentari italiane in Russia hanno totalizzato una perdita di 1,4 miliardi di euro negli ultimi sette anni, da quando cioè il presidente Vladimir Putin, con il decreto n. 778 del 7 agosto 2014, introdusse il divieto all’importazione di prodotti europei.


Al danno diretto, causato dalle mancate esportazioni, si aggiunge – continua la Coldiretti – la beffa della diffusione sul mercato russo di prodotti di imitazione che non hanno nulla a che vedere con il made in Italy.


Le tensioni tra Mosca e Bruxelles rappresentano anche una grave minaccia per la ristorazione italiana, penalizzata, dopo un periodo di forte espansione, dall’impossibilità di reperire in loco gli ingredienti di base necessari alle preparazioni e, più di recente, dalle restrizioni imposte dall’emergenza sanitaria.


Dall’introduzione dell’embargo, la Russia ha avviato una politica mirata alla completa autosufficienza nell’approvvigionamento di prodotti agroalimentari e di contestuale potenziamento dell’export in settori strategici. Già oggi Mosca è il primo esportatore mondiale di frumento, ma l’obiettivo è espandere anche la produzione in altri comparti, come quello lattiero-caseario, con progetti di investimento e sussidi pubblici per la creazione di nuovi poli industriali e logistici.

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