Spese per la coesione e lo sviluppo rurale: la Corte dei Conti UE raccomanda una migliore verifica
Gli orientamenti sulla verifica finale delle spese per la coesione e lo sviluppo rurale, emanati dalla Commissione europea e diretti agli Stati membri, sono adeguati, ma esistono alcuni rischi che devono ancora essere affrontati. È quanto sostiene la Corte dei Conti europea nella Relazione speciale n. 36/2016, che ha esaminato il processo detto di “chiusura”. Quest’ultimo avviene al termine di un periodo di programmazione e prevede che le eventuali spese irregolari nella quota di cofinanziamento UE a progetti supportati da fondi comunitari siano individuate e restituite al bilancio dell’Unione.
Secondo la relazione, gli audit della Corte sul periodo 2007-2013 hanno costantemente rilevato che sia i programmi nel settore della coesione che quelli per lo sviluppo rurale mostravano livelli rilevanti di spesa irregolare. Inoltre, anche se la comunicazione dei dati sulla chiusura da parte degli Stati membri era obbligatoria e tali dati erano stati verificati dalla Commissione, il pagamento del saldo finale non era direttamente collegato all’effettivo conseguimento delle realizzazioni e dei risultati.
Allo scopo di migliorare la rendicontabilità e la trasparenza della chiusura, la Corte raccomanda alla Commissione di:
- allineare ulteriormente le disposizioni normative relative alla coesione a quelle sullo sviluppo rurale, così da ottenere un processo di garanzia annuale armonizzato;
- introdurre una procedura di accettazione finale della legittimità e regolarità della spesa, nonché delle realizzazioni e dei risultati conseguiti dopo che i programmi sono stati chiusi;
- specificare in che modo informerà il Parlamento europeo e il Consiglio in merito agli esiti del processo di chiusura;
- eliminare le sovrapposizioni dei periodi di ammissibilità e richiedere che i programmi siano chiusi immediatamente dopo la fine del periodo di ammissibilità.
Queste raccomandazioni, secondo gli auditor europei, dovrebbero essere attuate nella fase di preparazione del quadro normativo post 2020.
Le politiche della coesione e dello sviluppo rurale hanno obiettivi complementari e sono attuate mediante strumenti gestiti e controllati con sistemi analoghi.
In particolare, la politica di coesione mira a ridurre le disparità nel livello di sviluppo delle varie regioni, ristrutturando le aree industriali in declino e diversificando le aree rurali, nonché a promuovere la cooperazione transfrontaliera, transnazionale e interregionale.
La politica di sviluppo rurale è invece tesa a migliorare lo spazio rurale e la situazione dei suoi abitanti potenziando la competitività del settore agricolo e forestale, migliorando l’ambiente e la qualità della vita nelle aree rurali e incoraggiando la diversificazione dell’economia rurale.
La spesa per le due politiche rappresenta complessivamente circa il 44% del bilancio dell’Unione europea e, per il periodo 2007-2013, è stata pari a 430 miliardi di euro.
Per il ciclo di programmazione 2014-2020, sono stati stanziati circa 460 miliardi di euro a favore dei programmi di coesione e di sviluppo rurale a titolo del bilancio comunitario.
(© Osservatorio AGR)