27 Ottobre
imprese & mercati politiche

Spese PAC 2015, luci e ombre

È del 2,2% il livello di errore stimato sulla spesa del 2015 relativa al primo pilastro della Politica agricola comune (PAC). Questo è quanto risulta dalla relazione annuale sull’esercizio finanziario, pubblicata dalla Corte dei conti europea il 13 ottobre scorso relativamente alle misure di sostegno al mercato e agli aiuti diretti. Si tratta di un dato che conferma la consistente diminuzione del tasso di errore negli ultimi anni (era il 3,8% nel 2012, il 3,6% nel 2013 e il 2,9% nel 2014).

Le spese connesse al mercato e ai pagamenti diretti, integralmente finanziate dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA), nel 2015 sono state pari a 44,9 miliardi di euro. Molti degli errori individuati sono dovuti a domande di rimborso inesatte o non ammissibili presentate dai beneficiari. Il fenomeno più frequente è la sovra-dichiarazione di terreni e superfici agricole, errore riscontrato in 12 dei 18 Stati membri visitati dagli auditor della Corte. Nel complesso si registra, rispetto agli anni precedenti, un miglioramento dell’affidabilità dei dati contenuti nel Sistema di identificazione delle parcelle agricole (SIPA), sebbene permangano ancora errori e incongruenze di entità tale da poter essere individuati e corretti.

Decisamente più alto il livello di errore stimato sugli 11,8 miliardi di spesa relativa allo sviluppo rurale: 5,3%, un valore molto al di sopra della soglia di rilevanza del 2% stabilita dalla Corte. In questo settore le principali cause di errore sono state la non ammissibilità di beneficiari, attività progetti o spese, oppure il mancato rispetto delle norme in materia di appalti pubblici. Non mancano errori legati al mancato rispetto degli impegni agro-ambientali a alla sovra-dichiarazione di superfici ammissibili. La Corte ha evidenziato come, in diversi casi di errori quantificabili riscontrati a livello di beneficiari finali, le autorità nazionali disponessero di informazioni sufficienti per prevenire o individuare e correggere gli errori prima di dichiarare la spesa alla Commissione. Se tali informazioni fossero state efficacemente utilizzate, il livello di errore stimato sarebbe stato inferiore di 1,7 punti percentuali. Circa i progetti di investimento nel settore dello sviluppo rurale, è stato rilevato che, sebbene la maggior parte dei progetti esaminati rispondesse ai bisogni dei beneficiari sia in termini di quantità che di qualità dei lavori e dei prodotti forniti, in alcuni casi le realizzazioni fossero superiori al necessario. Inoltre, la focalizzazione del sostegno e la selezione dei progetti non si sono dimostrate rigorose quanto ci si sarebbe potuto aspettare e, in molti progetti, gli elementi probatori comprovanti la ragionevolezza dei costi erano insufficienti.

In generale, per ridurre i casi di erogazione di spesa non conformi alla normativa comunitaria, la Corte dei conti raccomanda alla Commissione l’adozione di provvedimenti per migliorare il lavoro svolto dagli organismi di certificazione degli Stati membri, in modo che i dati da questi forniti e utilizzati per il calcolo delle rettifiche finanziarie siano adeguatamente verificati.

 

(© Osservatorio AGR)

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