Singapore investe sulla sicurezza alimentare liberando terreni per agricoltura hi-tech
Per la prima volta da decenni, Singapore, una delle nazioni più urbanizzate e densamente popolate del pianeta, si sta adoperando per rendere disponibili terreni da destinare all’agricoltura ad alta tecnologia. Lo scopo è sviluppare tecniche produttive avanzate che migliorino il grado di sicurezza alimentare della città-stato asiatica.
Secondo quanto stabilito dalle autorità governative, a partire dal prossimo agosto verranno liberati circa 60 ettari di terreno, che potranno essere utilizzati per la coltivazione di prodotti agricoli.
Attualmente Singapore importa oltre il 90% del cibo necessario al fabbisogno dei suoi 5,6 milioni di abitanti: un grado di dipendenza così elevato la rende estremamente vulnerabile agli aumenti di prezzo sui mercati esteri. Un altro problema non trascurabile è il crescente impatto negativo dei cambiamenti climatici sulla cattura di pesce selvatico, alimento centrale nella dieta della popolazione.
L’utilizzo di tecnologie avanzate, tra le quali il vertical fish farming, può contribuire a migliorare significativamente i livelli di produttività, compensando in qualche misura la cronica carenza di spazio di cui soffre Singapore. Gli agricoltori che otterranno i nuovi terreni potranno beneficiare di incentivi statali per svolgere attività di ricerca e sviluppo.
Secondo Eugene Tan, analista politico della Singapore Management University, il piano agricolo non produrrà guadagni particolarmente elevati in termini di sicurezza alimentare. Tuttavia la nuova tecnologia sviluppata potrebbe essere successivamente esportata in altri Paesi del mondo.
(© Osservatorio AGR)