Semine 2017: -7,3% per il grano duro, +3,7% per quello tenero
Sono state recentemente diffuse dell’Istat le stime relative alle intenzioni di semina degli agricoltori per il 2017.
Sulla base di quanto rilevato dall’Istituto nazionale di statistica, rispetto alla precedente campagna agraria è prevista una diminuzione complessiva del 2,2% delle superfici a cereali, riconducibile principalmente a una sensibile riduzione percentuale, su base nazionale, degli investimenti sul grano duro e sull’avena che segnano, rispettivamente, una contrazione del 7,3 e del 6,5%.
Vanno meglio gli altri cereali, con aumenti che consentono di contenere la riduzione generale: il frumento tenero registra un incremento del 3,7%, il mais dell’1,1%, il riso dello 0,7% e l’orzo del 4,2%.
Le superfici sottratte ai cereali sono state destinate a colture diverse, come dimostrano i dati relativi alle superfici degli altri seminativi. Per i legumi secchi si è registrato un aumento del 9,7%, per la patata del 2,7%, per il tabacco del 7%, per il girasole del 5,5%, per la soia del 10,6% e per la colza del 3%.
L’orientamento degli agricoltori verso altre colture è legato all’esigenza di individuare investimenti più remunerativi (soprattutto rispetto al grano duro) e alla necessità di trovare valide alternative, anche considerando le possibilità offerte dalla Politica Agricola Comune e dall’attivazione delle misure dei Piani di Sviluppo Rurale regionali.
Per quanto riguarda i legumi secchi, il significativo aumento delle superfici potrebbe riflettere una maggiore richiesta di proteine vegetali che ha indotto le aziende a investire su quelle produzioni che sempre maggiormente trovano sbocco sul mercato nazionale. L’incremento della soia e dei terreni lasciati a riposo (+3,8%) può essere collegato alle misure del greening. Infatti, tali soluzioni possono essere utilizzate per soddisfare sia l’obbligo Efa – aree di interesse ecologico che l’obbligo di diversificazione. Per la soia, il girasole e la colza ha influito anche la possibilità di richiedere il sostegno accoppiato. Questi aspetti si sono rivelati molto importanti soprattutto per le aziende del Nord Italia in una logica di rotazione colturale.
(© Osservatorio AGR)