Riso Gallo sigla con i risicoltori contratti triennali a prezzo fisso
Garantire una maggiore stabilità al prezzo del risone (riso grezzo) nelle varietà Carnaroli, Arborio e Ribe, evitando che i produttori agricoli decidano di abbandonarne la coltivazione perché non più remunerativa. È questo l’obiettivo dell’accordo che Riso Gallo ha recentemente siglato con i risicoltori italiani.
Per contrastare le variazioni di prezzo che sempre più frequentemente caratterizzano le quotazioni della materia prima, l’azienda lomellina ha investito 30 milioni di euro in contratti triennali che prevedono un prezzo fisso da corrispondere ai fornitori.
«Il sistema di contrattazione del risone in Italia, ancora fortemente incentrato sulle borse merci», afferma Riccardo Preve, direttore generale di Riso Gallo, «incentiva la speculazione da ambo le parti e, per questo, per le varietà storiche e la nostra marca è inadeguato».
Negli ultimi anni, infatti, il prezzo del cereale bianco ha subito oscillazioni notevoli, che hanno creato non poche difficoltà al comparto risicolo. Significativo il caso del Carnaroli, passato dai 30 euro al quintale di tre anni fa ai 100 dell’estate 2016, per arrivare ai 40 di quest’anno.
Una situazione del genere rende impossibile, tanto agli agricoltori quanto all’industria, attuare una programmazione di medio-lungo termine. Proprio per stabilizzare i prezzi, Riso Gallo ha avviato una sperimentazione che nel 2015 ha portato l’impresa a siglare un’intesa con FIR, società cooperativa facente capo a Coldiretti.
Un approccio che l’azienda lomellina ha deciso di implementare con un numero importante di agricoltori, raggiungendo così l’obiettivo di definire un prezzo fisso in funzione della media dei prezzi delle ultime annate e delle condizioni di mercato.
(© Osservatorio AGR)