Nuovo regolamento UE sul biologico: raggiunto l’accordo, entrerà in vigore nel 2020
Controlli più frequenti ed estesi a tutta la filiera del biologico, requisiti più stringenti per i prodotti importati dai Paesi terzi, certificazione di gruppo per le piccole aziende. Sono le principali novità previste dal regolamento UE sulla coltivazione biologica e la commercializzazione dei prodotti da agricoltura biologica, che entrerà in vigore dal 2020.
Il provvedimento è frutto dell’accordo che Commissione, Europarlamento e Consiglio hanno faticosamente raggiunto dopo oltre tre anni di trattative.
Le nuove regole mirano a rilanciare la produzione europea e a rinnovare la fiducia dei consumatori in un settore che, immune dalla crisi, registra una continua crescita.
Per contrastare le frodi, si fissa l’obbligo di controlli una volta l’anno su tutti gli operatori della filiera, incluse le rivendite al dettaglio. Le ispezioni saranno meno frequenti, una ogni due anni, per quanti risultano in regola per tre anni consecutivi.
Viene di fatto rinviata al 2024 la controversa questione degli eventuali residui di fitofarmaci in un prodotto biologico. La Commissione avrebbe voluto estendere a tutto il territorio comunitario l’approccio italiano e belga, che prevede soglie limite, al di sopra delle quali il prodotto bio perde la certificazione. Invece, fatte salve le regole nazionali vigenti, in caso di presenza di un fitofarmaco in un prodotto biologico, esso sarà “sospeso”, fino ad approfondimento. Se la contaminazione fosse deliberata o il coltivatore non avesse applicato le nuove misure precauzionali previste dal regolamento, perderà lo stato di biologico, altrimenti potrà essere reimmesso in commercio.
Italia e Belgio potranno mantenere le loro normative nazionali più restrittive, ma solo concedendo agli altri Paesi di poter esportare i prodotti etichettati come biologici sulla base del nuovo regolamento. Nel 2024 l’Esecutivo UE potrebbe tornare a proporre una legislazione in materia.
Per quanto riguarda i prodotti importati dai Paesi terzi, non varranno più le norme di equivalenza, ovvero il reciproco riconoscimento sulla base di standard analoghi. Entro cinque anni, questi accordi saranno smantellati e gli alimenti, per essere etichettati come biologici, dovranno rispettare integralmente il regolamento europeo. Saranno possibili deroghe, rinnovabili per due anni, solo per prodotti specifici, che non siano completamente conformi alle norme comunitarie per ragioni precise, ad esempio a causa di condizioni climatiche peculiari. Le deroghe saranno concesse dalla Commissione.
Sul fronte della produzione, il nuovo regolamento prevede la creazione di database nazionali sui semi biologici, in modo da facilitare l’incontro tra domanda e offerta su una risorsa che al momento è particolarmente scarsa.
Le deroghe che permettono l’uso di semi e animali convenzionali nella produzione biologica scadrebbero nel 2035, ma la data potrebbe essere anticipata o posticipata, a seconda della maggiore o minore disponibilità di semi e animali bio.
Viene inoltre autorizzato il regime delle aziende miste, in parte convenzionali e in parte biologiche, a condizione che le due attività agricole siano chiaramente ed effettivamente separate.
Previste, infine, agevolazioni per i piccoli agricoltori, che avranno la possibilità di aggregarsi per accedere a certificazioni di gruppo, riducendo i costi.
(© Osservatorio AGR)