Produzione di olio italiano ai minimi storici
La produzione italiana 2018 di olio d’oliva è di sole 185.000 tonnellate, ben il 57% in meno rispetto a quella dell’anno precedente, praticamente ai minimi storici insieme a quella del 2016. È quanto rileva l’Ismea sulla base dei dati dichiarativi dei frantoi di dicembre.
Sono state le regioni del Sud quelle che hanno risentito maggiormente della scure produttiva a partire dalla Puglia per la quale si stima una riduzione del 65%, ma anche per Calabria, Sicilia e per quasi tutte le altre regioni centro-meridionali. Fanno eccezione Toscana e Umbria che, invece, sembrano mostrare buone progressioni, così come le regioni settentrionali, certamente però non sufficienti a contrastare le enormi perdite nelle regioni tradizionalmente fornitrici.
Sono molteplici le cause di questo fenomeno, ma a mettere in ginocchio il comparto sono state soprattutto le gelate dello scorso inverno, che hanno compromesso 25 milioni di olivi in zone particolarmente esposte. Per la prima volta la produzione spagnola, stimata quest’anno a 1,6 milioni di tonnellate, sarà superiore di oltre otto volte a quella italiana che potrebbe essere addirittura sorpassata da quella di Grecia e dal Marocco.
Oscillazioni produttive così marcate e a distanza ravvicinata non sono certo un bene per tutta la filiera, perché un’offerta non adeguata destabilizza anche la domanda.
Con un volume produttivo così basso a poco valgono gli aumenti delle quotazioni, peraltro piuttosto rilevanti, tanto che nel Barese a gennaio per l’extravergine si è tornati a superare i 6 euro/kg, livello toccato già agli inizi del 2015 e agli inizi del 2017.
(© Osservatorio AGR)