4 Marzo
mutamenti climatici

Produrre 800 gr di pane ha un impatto ambientale di 0,6 kg di CO2

Produrre 800 grammi di pane ha un costo in termini di emissioni pari a 0,589 Kg di CO2. È soprattutto la coltivazione a generare circa la metà dei gas climalteranti. In particolare, il nitrato d’ammonio, usato come fertilizzante, causa il 43% delle emissioni.

Sono questi i risultati di uno studio condotto dall’Università britannica di Sheffield, pubblicato sulla rivista Nature Plants, che ha analizzato gli effetti sull’ambiente della produzione del pane nelle sue varie fasi, dalla coltivazione alla distribuzione.

 

«I consumatori poco conoscono l’impatto ambientale dei prodotti che comprano, soprattutto se si parla di cibo, anche perché sono più attenti agli effetti sulla salute o al benessere animale. Forse c’è una certa consapevolezza circa l’inquinamento causato dagli imballaggi, ma la maggior parte delle persone sarà sorpresa dai dati che abbiamo raccolto», spiega Liam Goucher, tra gli autori dello studio.

«Abbiamo rilevato che in ogni pagnotta è rappresentato il riscaldamento globale, dovuto ai fertilizzanti usati per aumentare il raccolto, all’energia impiegata per produrli e al biossido di azoto liberato da un terreno deteriorato da un uso eccessivo di fertilizzanti».

 

«Un’alta resa agricola», necessaria a creare profitto per agricoltori, produttori e rivenditori, mantenendo bassi i prezzi per i consumatori, «attualmente richiede un uso elevato di fertilizzanti economici. Si stima che oltre il 60% delle coltivazioni si basa sull’uso di fertilizzanti sintetici composti da sostanze come metano, diossido di carbonio, ammoniaca e azoto. Componenti che contribuiscono ad alimentare i gas serra», evidenzia lo studio.

«Con 100 milioni di tonnellate di fertilizzanti usate ogni anno nel mondo per sostenere la produzione agricola, il problema è enorme», aggiunge Peter Horton, uno dei curatori della ricerca. «Eppure l’impatto ambientale non viene conteggiato dal sistema e quindi al momento non ci sono incentivi reali per ridurre la dipendenza dai fertilizzanti».

 

Secondo gli studiosi, il problema dei fertilizzanti si potrebbe risolvere migliorando le pratiche agronomiche, ad esempio sfruttando al meglio la produzione biologica unita alle nuove tecnologie che permettono di monitorare in modo ottimale la fertilità del suolo e lo stato di salute delle piante.

 

(© Osservatorio AGR)

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