5 Aprile
imprese & mercati

I problemi dello zucchero

A due anni dalla fine del regime delle quote zucchero nell’UE, la situazione a livello europeo ha subìto un drastico cambiamento. Nel primo anno senza quote la produzione di zucchero nell’UnioneEeuropea aveva fatto segnare una crescita del 27%, con 21,3 milioni di tonnellate ottenute nella campagna 2017-2018.

Ma gli squilibri sul mercato mondiale, associati a un surplus di 7,3 milioni di tonnellate e alle ulteriori pressioni degli altri competitor, hanno portato indietro la produzione UE, riducendola del 15% nel 2018-2019. Un risultato (18,2 milioni di tonnellate) sul quale ha avuto comunque un impatto decisivo il pessimo andamento climatico nell’Europa centro-settentrionale.

Quest’ anno, secondo le stime della Cgb, l’associazione dei bieticoltori francesi, le superfici investite dovrebbero subire, a livello UE, una riduzione del 5%. Un risultato che, in previsione di una resa normale, porterebbe a una produzione di 18 milioni di tonnellate di zucchero, grosso modo invariata rispetto al dato dell’ultima annata.
Riguardo infine all’Italia, gli investimenti dovrebbero subire un’ulteriore flessione, dopo il calo già registrato nel 2018 (da 38.000 a 34.300 ettari).

In controtendenza il Veneto, con gli agricoltori che tornano a credere nel settore delle barbabietole da zucchero, seminando 11.500 ettari contro i 9.700 del 2018. Una rinnovata fiducia dovuta anche alle nuove misure di sostegno approvate dalla Regione Veneto, fondamentali per ridare slancio a un settore che negli ultimi anni ha vissuto momenti difficili con una progressiva riduzione delle superfici e delle rese, dovuta anche all’oscillazione dei prezzi internazionali.
L’incentivo regionale per la bieticoltura arriva fino a 200 euro/ettaro.

Oltre a essere importantissime sotto il profilo ambientale, le coltivazioni venete rappresentano il 35% della produzione nazionale di barbabietole e l’80% della materia prima per lo stabilimento di Pontelongo (Padova), che insieme a Minerbio (Bologna) è rimasto uno dei due ultimi centri di produzione attivi sul territorio nazionale.

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