Presentato il Libro bianco sull’OCM del settore ortofrutticolo dell’Unione europea
L’Organizzazione comune di mercato (OCM) del settore ortofrutticolo dell’Unione europea si è rivelata uno strumento in grado di favorire lo sviluppo del comparto, ma richiede di essere migliorata allo scopo di aumentare la competitività a livello internazionale, affrontare i cambiamenti climatici, soddisfare una domanda sempre più attenta ai territori e alle pratiche agricole “verdi”.
Sono queste le principali indicazioni contenute nel Libro bianco dell’OCM ortofrutta, presentato lo scorso 5 settembre, presso il Parlamento europeo di Bruxelles, dall’Areflh, l’Assemblea delle regioni europee frutticole, orticole e floricole, che riunisce 19 regioni e 22 tra OP (Organizzazioni di produttori) e AOP (Associazioni di organizzazioni di produttori) di Austria, Belgio, Francia, Grecia, Italia e Spagna.
Ponendo al centro del sistema le OP e le AOP – sottolinea l’Arelph – l’OCM ortofrutta ha saputo fornire risposte efficaci agli obiettivi di rafforzamento della filiera e del potere contrattuale dei produttori, suscitando l’interesse di altre filiere, che guardano con favore a meccanismi di questo tipo.
Le sfide dell’internazionalizzazione e delle richieste di prodotti sostenibili – si legge nella pubblicazione – devono essere affrontate dal settore ortofrutticolo europeo con gli strumenti più efficaci: una migliore concentrazione dell’offerta e organizzazione della filiera, ottenute dando più forza alle AOP, una più efficace gestione dei rischi, investimenti su innovazione e sostenibilità più robusti e con risorse dedicate, nuovi strumenti per migliorare la trasparenza di mercato.
Con un valore della produzione che l’Eurostat stima superiore ai 50 miliardi di euro, l’ortofrutta rappresenta il 21% del valore dell’agricoltura europea, impiegando 750mila persone all’interno di 1,4 milioni di aziende. Incentrato essenzialmente su superfici medio-piccole, il settore ortofrutticolo comunitario garantisce il sostentamento di diverse aziende agricole familiari che sono fonte importante di occupazione nelle zone rurali, spesso prive di altre alternative economiche.
(© Osservatorio AGR)