11 Giugno
Coronavirus imprese & mercati politiche

Piano straordinario per il rilancio del Parmigiano Reggiano in difficoltà

Il freno della domanda legata alla ristorazione, e ancor più il rallentamento delle esportazioni dovuto all’emergenza sanitaria del Covid-19, hanno aggravato il fenomeno, già preesistente, della crisi del Parmigiano Reggiano dop.

Per il “re dei formaggi” infatti la pandemia ha accentuato un trend negativo iniziato già a fine 2019, caratterizzato da una discesa dei prezzi pagati ai produttori del 40% da novembre scorso a oggi. Il mercato nazionale al consumo, invece, proprio per effetto del lockdown, ha mostrato una tendenza completamente diversa: gli acquisti domestici sono infatti cresciuti costantemente, dal 5% del novembre scorso al 32% di maggio.

Bisogna ricordare che il 2019 è stato un anno record per la produzione di Parmigiano Reggiano, aumentata complessivamente dell’1,47% rispetto all’anno precedente. I 3,75 milioni di forme (circa 150.000 tonnellate) prodotte lo scorso anno rappresentano il livello più elevato della storia del prestigioso formaggio, con un giro d’affari al consumo pari a 2,6 miliardi di euro.

Per contrastare la crisi attuale, Cia-Agricoltori italiani chiede che vengano utilizzate tutte le risorse pubbliche rese disponibili dai decreti Liquidità e Rilancio, come i fondi emergenziali per le filiere in crisi e quello per gli indigenti, per poter ritirare il prodotto in eccedenza e alleggerire l’esubero dell’offerta. 

Il problema del Parmigiano Reggiano è infatti di tipo strutturale, di squilibrio fra domanda e offerta, causato da politiche di programmazione che necessitano una urgente revisione. E proprio nei giorni scorsi il Consorzio di tutela del formaggio ha annunciato misure eccezionali per superare l’attuale momento di difficoltà.

Il presidente, Nicola Bertinelli, ha infatti  dichiarato che intende presentare all’assemblea dei soci, il prossimo 24 giugno, “una manovra da 100 milioni di euro, a cui se ne aggiungerebbero altri 70 dallo Stato, per ampliare i compiti del Consorzio e adottare un’azione coesa in tre direzioni simultaneamente: alleggerire i magazzini con il ritiro delle forme per alzare il prezzo; valorizzazione di queste con un piano di marketing estremamente strutturato per reimmetterle poi sul mercato; riduzione della produzione, con incentivi e penalità per chi non si attiene a quanto stabilito”.

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