29 Agosto
politiche

Pesca: in vigore il fermo biologico nell’Alto Adriatico

È in vigore da ieri, 28 agosto, fino al prossimo 8 ottobre, il fermo biologico della pesca lungo il tratto di costa adriatica che va da San Benedetto del Tronto, nelle Marche, fino a Termoli, in Molise. La misura, che riguarda le attività di pesca con reti a strascico, mira a garantire la salvaguardia della fauna marina, consentendo la riproduzione delle specie ittiche.

 

Il blocco viene annualmente disciplinato attraverso un decreto che stabilisce il calendario delle sospensioni delle attività lungo l’intera Penisola. Quest’anno il fermo pesca è iniziato il 31 luglio sulla costa Adriatica da Trieste ad Ancona, per concludersi il 31 ottobre sul tratto tirrenico da Livorno a Imperia.

 

La misura può contare su una dotazione finanziaria di 18 milioni di euro di risorse nazionali, cui si aggiungono circa 9 milioni provenienti dal FEAMP, il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca. Le risorse sono destinate a sostenere le imprese ittiche e il personale imbarcato, al quale viene riconosciuta un’indennità giornaliera per la sospensione dell’attività.

 

Sul provvedimento si mostrano critiche le associazioni di categoria, che ne contestano l’efficacia.

Secondo Coldiretti Impresapesca, l’attuale format del fermo pesca, inaugurato 30 anni fa, ha ampiamente dimostrato di essere inadeguato, poiché non tiene conto del fatto che solo per alcune specie ittiche la riproduzione avviene nel periodo interessato dalla sospensione, mentre per molte altre si verifica in date differenti durante il resto dell’anno. Da qui la proposta di differenziare il blocco delle attività a seconda delle specie, offrendo alle imprese ittiche la possibilità di scegliere ciascuna quando fermarsi, in un periodo compreso tra l’inizio di luglio e la fine di ottobre.

 

Un altro elemento di debolezza, rilevato da più parti, consiste nel mancato coordinamento del fermo pesca a livello europeo, situazione che produce effetti paradossali. Basti pensare a quanto sta avvenendo nell’Alto Adriatico, dove mentre le imbarcazioni italiane sono nei porti per rispettare il fermo biologico, quelle croate si dedicano a un’intensa attività di pesca.

 

(© Osservatorio AGR)

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