Pesca sostenibile: 48 imprese ittiche firmano la dichiarazione di tracciabilità “Tonno 2020”
Porre fine entro il 2020 alla pesca illegale del tonno e al lavoro nero che ne consegue.
Con questo obiettivo 48 imprese ittiche di tutto il mondo hanno firmato la dichiarazione di tracciabilità “Tonno 2020”, con la quale si impegnano a impedire che il tonno pescato di frodo arrivi sul mercato.
L’accordo è stato presentato in occasione dell’apertura della “Conferenza mondiale sugli oceani”, organizzata dalle Nazioni Unite, che si è svolta a New York tra il 5 e il 9 giugno.
La dichiarazione è anche sostenuta da 18 organizzazioni non governative, oltre che dai governi nazionali degli Stati Federati della Micronesia, delle Isole Marshall e Salomone, degli Stati insulari di Grenada, Nauru e Palau.
Tra le imprese firmatarie figurano il gruppo italiano Bolton Alimentari, proprietario dei marchi Rio Mare, Palmera e Saupiquet, e la thailandese Thai Union, terza società, a livello mondiale, del pesce in scatola.
I firmatari e i sostenitori dell’accordo si impegnano nella battaglia contro la pesca clandestina e non regolamentata che dovrà eliminare anche il lavoro nero sulle navi da pesca, nonché tutelare la salute degli oceani e i mezzi di sussistenza delle comunità dei pescatori.
La protezione del tonno e, più in generale, delle diverse specie ittiche dalle pratiche di pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata è cruciale sia per la salvaguardia dell’ecosistema marino che per la sopravvivenza dei pescatori.
Secondo le stime della Fao, l’agenzia Onu per l’alimentazione e l’agricoltura, a livello globale quasi un terzo delle specie ittiche è vittima della pesca eccessiva, spesso anche illegale. Un fenomeno che ogni hanno arreca ai pescatori danni in termini di mancati guadagni per 24 miliardi di dollari, equivalenti a 26 milioni di tonnellate di pesce.
(© Osservatorio AGR)