Per il mais italiano un accordo storico
Lo scorso 30 marzo è stato siglato l’accordo quadro «Granturco da granella di filiera italiana certificata» che coinvolge produttori, organizzazioni professionali e industria mangimistica. Tutta la filiera alleata per contrastare la perdita di superfici a mais da granella nel nostro Paese, in atto ormai da anni, e quindi aumentarne la produzione nazionale, dando a questa coltura una «identità» precisa, che la distingua a livello qualitativo e di provenienza da quella di importazione.
L’accordo, che avrà durata triennale (campagne cerealicole 2020-2021-2022), vede protagonisti Assalzoo per la parte acquirente, mentre per la parte venditrice Cia, Confagricoltura, Copagri, e Associazione maiscoltori italiani, Alleanza delle cooperative agroalimentari in rappresentanza delle fasi di produzione e commercializzazione.
I partner in rappresentanza delle attività economiche a monte e a valle della filiera maidicola sono Assosementi e Origin Italia.
L’accordo nasce dall’esigenza dell’industria mangimistica nazionale di poter contare su un quantitativo consistente di granella di mais italiana per assicurare la fornitura di mangimi di origine nazionale alle diverse filiere dop agroalimentari (latte e carne).
Si pongono quindi le basi per la stipula di contratti di secondo livello tra industria di trasformazione e stoccatori e tra stoccatori e agricoltori per garantire la tracciabilità del mais di filiera italiana con griglie qualitative definite, prezzi concordati e una serie di premialità legate alla provenienza territoriale, alla qualità sanitaria e alla produzione sostenibile della granella.
A partire dalle quotazioni delle Borse merci e/o associazioni granarie di Bologna, Milano, Torino e Verona viene applicato il premio per l’origine certificata ISO22005, che prevede 3 euro/t per la granella italiana o 4 euro/t per quella proveniente da areale dop.
È previsto poi un’ulteriore premialità di 2 euro/t per la «sostenibilità disciplinata», il cui accordo è lasciato alla libera contrattazione tra le parti.
Complessivamente, compreso il premio per caratteristiche qualitative, il maggior introito per i coltivatori potrebbe arrivare fino a un massimo di 8 euro/tonnellata.