23 Aprile
Coronavirus imprese & mercati

Pandemia, riso strategico e l’Italia può trarne vantaggio

L’allarme globale sul Covid-19 sta trasformando profondamente i consumi alimentari, con effetti sui commerci internazionali e sui listini. Nel caso del riso, il cereale più consumato al mondo, i grandi produttori stanno, ad esempio, accumulando scorte strategiche per fronteggiare l’epidemia.

Il Vietnam – sottolinea la Coldiretti – ha contingentato le esportazioni che sono state invece bloccate dal Bangladesh per il riso locale, mentre in India le consegne per l’estero si sono fermate a seguito delle pesanti conseguenze del lockdown e in Thailandia i prezzi sono saliti al valore massimo dal 2013. Anche il Myanmar, al fine di assicurare le forniture interne, ha sospeso le licenze di esportazione sul riso. Una scelta dettata da criteri di prudenza, nel timore che gli accaparramenti da panico costringano il Paese ad attingere alle riserve strategiche e a ricostituire le scorte ricorrendo ai mercati internazionali, in un contesto però di accentuata instabilità dei prezzi.

Secondo l’International Rice Research Institute (IRRI) l’aumento dei listini del riso potrebbe diventare una tendenza globale a medio e a lungo termine, nel caso la pandemia non mostrasse segni di attenuazione, con aumenti dal 19 al 52% se i Paesi esportatori non riprenderanno le spedizioni.

Questa situazione può rappresentare una spinta alla coltivazione di riso in Italia. Il nostro Paese, che già rappresenta oltre il 50% della produzione dell’UE, potrebbe infatti avvantaggiarsi in un contesto europeo di minore pressione concorrenziale dai Paesi terzi, in particolare dal Sud-Est asiatico.

Secondo un recente sondaggio dell’Ente risi, quest’anno si registra una crescita delle superfici investite. E sui mercati all’ingrosso le tendenze dettate dal nuovo corso dei consumi stanno modificando anche la curva dei prezzi, con effetti positivi sui listini nelle sale di contrattazione nazionali.

Salgono infatti le quotazioni di un po’ tutte le varietà, anche se i maggiori rialzi nelle ultime settimane li hanno fatti segnare l’Arborio e il gruppo dei Lunghi B, cioè proprio quelli che da circa un anno, con la reintroduzione dei dazi, hanno visto una drastica riduzione dei flussi di importazione in Europa da Cambogia e Myanmar.

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