Pacchetto fondi Ue per i giovani sotto la lente della Corte dei Conti
Un’indagine rileva diverse criticità. A giudizio della magistratura contabile l’utilizzo dei fondi Ue per il sostegno al ricambio generazionale in agricoltura è insoddisfacente e gli effetti restano incerti. Feaga, Feasr e iniziative nazionali i tre pilastri per lo sviluppo dell’imprenditorialità giovanile in agricoltura.
La Corte dei Conti italiana punta il dito sull’utilizzo dei fondi Ue a sostegno del ricambio generazionale in agricoltura. Risorse mal sfruttate dalle regioni, per quanto attiene alle misure specifiche inserite nei programmi di sviluppo rurali, e non adeguatamente valorizzate con gli aiuti diretti che, nonostante l’assegno integrativo riservato ai giovani, finiscono per favorire gli agricoltori di vecchia data rispetto ai nuovi insediati, per effetto dei valori storici che fanno la differenza.
Troppe le divergenze territoriali in termini di capacità amministrativa – osservano le toghe contabili – con i dati della precedente programmazione dello sviluppo rurale che a tale riguardo appaiono incontrovertibili: ci sono regioni che evadono le domande in meno di 30 giorni e regioni che ne impiegano fino a 985.
Anche in questo nuovo settennato (2014-2020) emergono differenze sostanziali tra le diverse realtà regionali – spiega la Corte dei Conti – con i dati che al primo trimestre del 2018 certificano una marcata frammentazione nell’uso delle risorse finanziarie dell’Ue, con tassi di impiego di oltre il 30% in Veneto, nelle province di Trento e Bolzano e in Molise, e di appena il 2% in Liguria, Lazio, Campania e Sardegna.
La parola d’ordine, dunque, è intervenire per migliorare ed efficientare l’applicazione delle misure a sostegno del ricambio generazionale in agricoltura. Un kit di strumenti che attinge a tre canali finanziari. Il primo di questi è il Feaga, il Fondo europeo agricolo di garanzia, che finanzia essenzialmente i pagamenti diretti agli agricoltori e le misure di sostegno dei mercati agricoli, comunemente definito primo pilastro della Pac. A differenza della precedente programmazione, che non contemplava aiuti differenziati per i giovani agricoltori, con il nuovo regime di pagamento unico è stata attivata anche in Italia la maggiorazione per gli under 40, sia pure nel limite dei 90 ettari.
Il secondo canale, costituito dal Feasr, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale, meglio noto come secondo pilastro della Pac, riserva al sostegno dell’imprenditoria giovanile il 9,1% delle risorse finanziarie complessivamente stanziate in Italia, contro una media Ue attorno al 5%. Un impegno quindi maggiore rispetto agli altri paesi partner, con gli stanziamenti finanziari concentrati per oltre il 95% in aiuti all’avviamento di imprese per i giovani agricoltori (si tratta di un sostegno di 40.000 euro nella fase di primo insediamento) e in contributi in conto capitale su investimenti mirati a garantire le redditività delle aziende neo insediate e la loro permanenza nel settore agricolo.
Il terzo canale è rappresentato da iniziative nazionali di sostegno al ricambio generazionale in agricoltura attraverso tre principali modalità di intervento: agevolazioni nell’accesso al credito, incentivi all’assunzione e premialità fiscale e contributiva.
In tale ambito, nel quadro degli aiuti di Stato, si collocano, sempre a favore dei giovani, i contributi in conto interessi nella misura massima di 70.000 euro su mutui agevolati concessi da Ismea per l’acquisto di un’azienda agricola e i mutui a tasso zero a copertura degli investimenti agricoli, per un importo massimo per progetto di 1,5 milioni di euro. Misura, quest’ultima, finanziata con 80 milioni di euro, di cui 30 riconducibili a fondi nazionali e 50 frutto di un accordo Bei-Ismea.
Il pacchetto giovani finanziato con risorse nazionali include sgravi fiscali per l’affitto di terreni agricoli, deduzioni Irap per assunzioni di under 40 nel Mezzogiorno e agevolazioni fiscali per le start up, con esonero del pagamento dei contributi previdenziali e con la possibilità di usufruire di un super ammortamento per l’acquisto di beni strumentali.
A favore dei giovani agricoltori sono infine previsti l’azzeramento dei costi delle garanzie Ismea su finanziamenti bancari e il credito d’imposta al 40% per investimenti nella vendita on-line di prodotti agroalimentari, concesso fino a un limite massimo di spesa di 50.000 euro.