L’ortofrutta fresca e trasformata è il primo settore dell’export agroalimentare italiano
Si conferma anche nel 2017 la dinamica positiva delle esportazioni dei prodotti ortofrutticoli italiani, che nel primo trimestre dell’anno segnano un aumento del 6% su base annua. Inoltre, il saldo del commercio estero relativo al 2016 evidenzia, rispetto all’anno precedente, un +40%, dovuto soprattutto alla riduzione della spesa per le importazioni.
Sono questi i dati che lo scorso 21 giugno il direttore generale dell’Ismea (Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare) Raffaele Borriello ha diffuso a Firenze, introducendo i lavori di Think Fresh 2017, l’evento dedicato all’analisi delle tendenze di mercato nella filiera dei prodotti ortofrutticoli.
Considerando cumulativamente le esportazioni di ortofrutta fresca e trasformata, il settore risulta essere il primo dell’export agroalimentare, con un valore di 8,3 miliardi di euro.
Tra i prodotti che più facilmente trovano sbocco sui mercati esteri, figurano: i kiwi (Italia 2° esportatore mondiale dietro la Nuova Zelanda), le nocciole (2° esportatore mondiale dietro la Turchia), le mele (3° esportatore mondiale, dietro Cina e USA), le uve da tavola (3° esportatore mondiale, dietro USA e Cile), le pere (5° esportatore mondiale).
I dati evidenziano un consolidamento delle posizioni dei mercati europei, accompagnato dalla crescita delle spedizioni nei Paesi extracomunitari.
Nel caso del kiwi, che nel 2016 ha registrato un +30% delle esportazioni, spiccano tra le destinazioni oltremare USA, Brasile, Canada e Cina.
L’ortofrutta garantisce il 25% del valore aggiunto sul totale di quello riferito all’agricoltura, ha sottolineato Borriello, ricordando le risorse che i programmi di sviluppo rurale consentono di investire sulla competitività delle aziende del settore.
(© Osservatorio AGR)