OMC: illegale il bando russo sulla carne suina dell’Unione europea
Il divieto russo sulle importazioni di suini vivi, carne suina fresca e altri prodotti derivati provenienti dall’Unione europea è illegale, in base alle regole del commercio internazionale. Lo ha deciso l’organo di appello dell’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), pronunciandosi sul bando imposto da Mosca nel gennaio 2014, in seguito al riscontro di casi di peste suina africana in alcune zone UE vicine al confine con la Bielorussia.
È stata dunque confermata in secondo grado la sentenza dello scorso agosto, che ha visto un gruppo di esperti stabilire che il rifiuto della Russia di accettare le importazioni di alcuni prodotti europei e di adeguare di conseguenza le relative certificazioni sanitarie non è basato su regole internazionali rilevanti e viola le disposizioni normative dell’Accordo sulle misure sanitarie e fitosanitarie dell’OMC.
Gli esperti hanno posto l’accento sul fatto che i Paesi membri dell’OMC, di cui la Russia fa parte dal 2011, possono esercitare il proprio diritto di determinare i livelli di protezione sanitaria appropriati e di limitare le importazioni, sulla base di preoccupazioni sanitarie, fino a quando queste rispondano effettivamente a reali rischi per la salute. Tutto ciò non riguarda, pertanto, i prodotti provenienti da zone non interessate da malattie.
«Questa sentenza conferma che la carne suina nella UE è sicura e conforme agli standard internazionali», ha commentato il commissario europeo all’agricoltura Phil Hogan, sottolineando come la decisione dell’OMC invii un segnale forte alla Russia sull’obbligo di rispettare le regole internazionali e il principio della regionalizzazione.
Per la maggior parte dei prodotti coinvolti in questo caso, gli scambi commerciali continuano a essere limitati a causa del blocco che nell’agosto 2014 la Russia ha imposto alle importazioni agroalimentari dall’Unione europea, come rappresaglia alle sanzioni economiche stabilite da quest’ultima in risposta all’annessione illegale della Crimea.
Tuttavia, alcuni prodotti – come il lardo di maiale, le frattaglie e gli animali vivi da riproduzione – non rientrano nel divieto politico del 2014.
(© Osservatorio AGR)