Nuovi vigneti, è boom di richieste: 25 volte la superficie disponibile
Con oltre 19mila domande per complessivi 165mila ettari, le richieste di autorizzazioni per nuovi impianti viticoli presentate nel 2017 ammontano a 25 volte la superficie disponibile (6.458 ettari).
È quanto risulta dai dati diffusi dal Mipaaf, che evidenziano come il maggior numero di domande provenga dal Nord Est. Veneto e Friuli-Venezia Giulia, infatti, hanno presentato istanze per impiantare rispettivamente 90mila e 25mila ettari di vigneti: più della superficie vitata di cui attualmente dispongono e circa 100 volte il plafond regionale. Ma l’exploit di richieste ha riguardato anche altre regioni, come Puglia (14mila ettari), Sicilia (8.433 ettari), Emilia Romagna (8.398 ettari), Toscana (3.900 ettari). Soltanto in Umbria le domande, per 116 ettari, sono risultate inferiori alle aree disponibili, pari a 128 ettari.
Il 2017 rappresenta per il settore viticolo dell’Unione europea il secondo anno di applicazione del regime delle autorizzazioni, in sostituzione dei diritti di impianto.
Il nuovo sistema si caratterizza per la possibilità di incrementare le superfici vitate aziendali senza dover acquistare i diritti, seppure all’interno di una crescita controllata dell’1% annuo rispetto alla superficie vitata nazionale. Concesse gratuitamente, le autorizzazioni ottenute non sono trasferibili e comportano per il viticoltore l’obbligo di impiantare i vigneti entro i 3 anni successivi.
Nel 2016, in seguito a richieste pari a 10 volte la superficie disponibile, il Mipaaf ha introdotto una serie di correttivi, quali il vincolo di localizzazione dei vigneti, la definizione di priorità nell’assegnazione delle licenze (giovani, produzioni biologiche), la riserva del 50% dei permessi alle piccole e medie imprese, l’obbligo di mantenimento dei vigneti impiantati per almeno 5 anni.
Misure che, alla luce della situazione odierna, non sembrano aver sortito l’effetto desiderato, probabilmente perché non sono intervenute sui fattori alla base della crescita esponenziale delle domande. Tra questi, le organizzazioni agricole annoverano senz’altro il fatto che essere viticoltore non figuri fra i requisiti di eleggibilità per la richiesta. Basti pensare che nel 2016 la maggior parte delle domande è stata presentata da imprenditori attivi nel settore della zootecnia e dei seminativi, soggetti che hanno visto nella viticoltura una buona opportunità per diversificare la produzione e al contempo rafforzare il valore fondiario dei terreni.
(© Osservatorio AGR)