10 Luglio
imprese & mercati

Nuove nubi all’orizzonte per il riso

Dopo che la Birmania ha cambiato strategia per aggirare i dazi imposti dall’Ue sulle varietà di riso Indica esportate in Europa, aumentando l’export di varietà Japonica, nuovi pericoli si affacciano all’orizzonte per i risicoltori europei.
 
Il primo viene dall’accordo firmato nelle scorse settimane tra l’Ue e il Vietnam. Il ministro delle politiche agricole Gian Marco Centinaio ha espresso i suoi dubbi in un comunicato stampa: «Dopo aver messo il dazio sul riso che arriva dalla Cambogia e dalla Birmania, l’Europa ha deciso di aprire il mercato al Vietnam. È davvero singolare poi che ad ogni accordo con Paesi terzi ci sono prodotti che vengono penalizzati, tra cui soprattutto il riso. Come ministro dell’agricoltura ritengo questo accordo contraddittorio».
 
«Abbiamo ascoltato tutto il comparto del riso e gli altri settori coinvolti e tutti si sono dimostrati contrari alla concessione dell’importazione e proprio per questo come Italia ci siamo astenuti. Non si comprende perché chiusa la porta si debba aprire la finestra» ha aggiunto Centinaio.
 
«Sappiamo bene che il contingente tariffario concorrenziale previsto a dazio zero dal Vietnam possa apparire modesto (circa 80.000 tonnellate di riso), ma questo contingente si andrà a sommare ad altre concessioni garantite dall’UE nel quadro di accordi di libero scambio e regimi tariffari preferenziali, che amplificano gli effetti negativi generati da una produzione fortemente decurtata negli ultimi anni».
 
L’ultimo tassello, per il momento, a una situazione poco tranquillizzante viene dall’accordo con il Mercosur (Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay) che prevede per il riso una quota da 60.000 tonnellate a dazio zero, con 10.000 tonnellate l’anno per sei anni a partire dall’entrata in vigore.
 
L’accordo con il Mercosur dovrà comunque essere approvato dai singoli Paesi.

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