Nasce il «Patto per l’export»
Lo scorso 8 giugno è stato firmato alla Farnesina il «Patto per l’Export»: ministri, istituzioni e rappresentanti delle attività produttive hanno sottoscritto il documento per una strategia innovativa e condivisa per il rilancio dell’esportazione del Made in Italy nella fase post-emergenza sanitaria, attraverso un deciso rafforzamento degli strumenti di sostegno all’internazionalizzazione grazie ai fondi stanziati recentemente dal Governo.
Il documento riassume le risorse straordinarie messe in campo per imprimere al sistema produttivo nuovo slancio, per un totale di un miliardo e 336 milioni di euro, e riflette anche le istanze presentate dalle 147 associazioni di categoria (tra cui quelle dell’agroalimentare) e oltre 250 esponenti di tutti i settori produttivi, che hanno preso parte a 12 tavoli settoriali di ascolto e dialogo tra istituzioni e imprese private, presieduti dal sottosegretario Di Stefano.
Nel corso di questi incontri sono state individuate linee d’intervento prioritarie, confluite negli assi strategici del Patto: comunicazione, promozione integrata, formazione/informazione, e-commerce, sistema fieristico e finanza agevolata.
Ovviamente anche il settore agroalimentare è coinvolto a pieno titolo in questa iniziativa: basta ricordare nel 2019 l’export agroalimentare italiano ha raggiunto un nuovo record sfiorando i 45 miliardi di euro.
«Con questo patto e con le risorse a disposizione dobbiamo rilanciare le nostre esportazioni» ha detto in proposito la ministra delle politiche agricole, Teresa Bellanova. «Noi ci crediamo. Siamo l’Italia e oggi abbiamo uno strumento più forte per mandare un messaggio chiaro al mondo: l’Italia fa bene».
Il ministro degli esteri Luigi Di Maio ha precisato, nel suo discorso, che «recependo quanto auspicato dal Mipaaf lo scorso 3 marzo e le istanze delle associazioni di categoria, nei prossimi mesi inseriremo 6 esperti in tema di agricoltura nella rete diplomatico-consolare, che potranno ottimizzare il lavoro delle nostre ambasciate nella rimozione di barriere non tariffarie e nella promozione delle eccellenze della filiera agroalimentare».