I mutamenti climatici mettono a rischio la sicurezza alimentare globale
Le attuali politiche agricole sottovalutano l’impatto dei cambiamenti climatici sulla sicurezza alimentare globale. È quanto rivela uno studio di recente pubblicazione condotto dai ricercatori del Met Office, l’agenzia britannica che si occupa del servizio meteorologico nazionale.
Basata su una modellazione avanzata del clima, la ricerca ha dimostrato che eventi climatici estremi, sempre più probabili in futuro, potrebbero avere effetti devastanti sulla produzione di cibo, se occorressero contemporaneamente nelle principali aree agricole del mondo, causando una diffusa carestia.
Gli scienziati si sono inizialmente concentrati sull’influenza che le condizioni climatiche esercitano sul mais, una delle colture maggiormente diffuse al mondo. Siccità e ondate di calore sono stati i primi fattori di rischio presi in considerazione, ai quali sono state aggiunte le inondazioni.
I ricercatori hanno scoperto che per ogni decennio vi è una probabilità del 6% che possa andare distrutta simultaneamente la produzione di mais in Cina e USA, i due principali coltivatori a livello mondiale, col risultato di una diffusa carestia che colpirebbe in particolare Africa e Asia meridionale, dove il cereale viene consumato direttamente come alimento.
Un esempio della situazione che potrebbe determinarsi è fornito dalla distruzione del raccolto di mais avvenuta lo scorso anno in Africa, che ha interessato le comunità di Zambia, Congo, Zimbabwe, Mozambico e Madagascar, con sei milioni di persone precipitate sull’orlo della fame.
Se un evento del genere dovesse verificarsi in America o in Cina, le conseguenze potrebbero essere ancora più gravi, sottolineano i ricercatori, intenzionati adesso ad analizzare i rischi climatici connessi alle altre colture, in particolare riso, grano e soia, che insieme rappresentano oltre il 50% dell’apporto calorico del mondo.
(© Osservatorio AGR)