Mercato nazionale dell’olio d’oliva appesantito dalle giacenze
I produttori italiani olio di oliva fanno i conti da tempo con un mercato pesante, influenzato da un surplus di giacenze di oltre il 40% rispetto al 2019, fattore questo che aggrava le difficoltà sorte con la pandemia da Covid.
Già nell’autunno scorso si erano verificate importanti flessioni dei listini causate da una produzione nazionale più che doppia rispetto all’anno precedente che, sommata alle grandi quantità di stock europei, aveva depresso le quotazioni a fronte di una domanda sostanzialmente stabile. Così, ad aprile di quest’anno, il prezzo medio alla produzione dell’extravergine è sceso fino alla soglia di 3 euro/kg per poi risalire di qualche centesimo nei mesi successivi.
Per quanto riguarda l’import-export del settore, da segnalare che i primi 5 mesi del 2020 hanno fatto registrare un importante incremento delle importazioni a volume (+7%), a fronte di una significativa flessione degli esborsi legata a una riduzione generalizzata dei prezzi internazionali. Ottima la performance delle nostre esportazioni, aumentate ben del 27% a volume, con un +7% in valore.
Sebbene sia ancora prematuro fare delle previsioni, si guarda con interesse a quali potrebbero essere gli scenari produttivi della prossima campagna. Presumibilmente in Italia si dovrebbe verificare una flessione della produzione oleicola, rispetto alle circa 360.000 tonnellate dell’anno precedente, a fronte di un aumento contenuto di quella spagnola. Buone notizie dall’Unione Europea, che stima una flessione delle scorte rispetto alle 800.000 tonnellate dello scorso anno e questo potrebbe dare respiro ai prezzi.
Mentre si avvicina il tempo della raccolta delle olive, Confagricoltura chiede al mondo politico di sostenere il settore, dando un segnale anche con un opportuno utilizzo del fondo emergenza alimentare agli indigenti per eliminare ulteriore prodotto dal mercato.
Per questo l’Organizzazione ha chiesto al Ministero delle politiche agricole di emanare il bando 2020 restringendolo al solo prodotto 100% italiano, a differenza del precedente aperto a quello di origine comunitaria.