Mele: si prevede una buona annata, costi permettendo
Quest’anno il raccolto complessivo delle mele italiane dovrebbe attestarsi a 2,045 milioni di tonnellate, il 4% in meno rispetto al 2020, a fronte di una produzione europea stimata a 11,735 milioni di tonnellate, in aumento del 10% sul dato dello scorso anno.
Più in dettaglio, a livello nazionale risale del 5% la produzione dell’Alto Adige, ma torna sotto le 500.000 tonnellate il Trentino. Segno meno per tutte le altre regioni, dove le gelate primaverili e la grandine hanno provocato danni soprattutto nei territori di pianura, ma con effetti molto meno rilevanti rispetto ad altri comparti, pere in primis.
Sulla base di queste cifre, si può stimare una quantità di mele destinate al mercato fresco di 1.770.000 tonnellate scarse, in calo del 6% su base annua e dell’8% rispetto alla media dei 5 anni precedenti, escluso il 2017 caratterizzato da un raccolto eccezionalmente basso.
Secondo Assomela, l’Associazione italiana dei produttori di mele, ci sono tutte le premesse per una terza buona stagione commerciale, dopo quelle 2019-2020 e 2020-2021. Tuttavia l’aumento dei costi delle materie prime e dei trasporti rischia di vanificare gli sforzi dei produttori.
L’aumento della circolazione di merci acquistate via internet nella fase di emergenza Covid rende più difficile reperire mezzi di trasporto per movimentare l’ortofrutta in Europa. Le difficoltà ad entrare in molti Paesi nel mondo nel cuore della pandemia hanno ridotto gli scambi, mettendo in crisi il comparto dei trasporti via nave e dei container. Oggi, a fronte di una netta ripresa, le compagnie fanno fatica a reperire i container e i costi lievitano.
Si stima un incremento del 50% per i trasporti oltremare e del 20% per l’autotrasporto in Europa.
Sale anche il costo delle materie prime in generale e, in particolare, di carta e cartone, che porta il packaging a costare il 20% in più dell’epoca pre-Covid.
Aumenti assai consistenti inoltre si sono registrati nell’ultimo anno per la corrente elettrica (+365%), il petrolio (+248%) e il gas naturale (+ 545%), in parte calmierati ma purtroppo evidenti sia per i cittadini come per il settore industriale.
Infine vanno considerati i rialzi dei costi dei normali fattori di produzione, come fertilizzanti e fitosanitari. Insomma la sostenibilità economica della produzione 2021 sarà tutta da verificare.