4 Febbraio
politiche

Mais, continua il calo della produzione: -7% nel 2016

Continua ad arretrare la produzione italiana di mais, che nel 2016, con circa 6,6 milioni di tonnellate, segna una riduzione del 7% rispetto all’anno precedente. La superficie in produzione, pari a 650mila ettari, è invece diminuita del 10%. Sono i dati diffusi nel corso della Giornata del mais 2017, organizzata il 27 gennaio dal Crea-Unità di ricerca per la maiscoltura, e alla quale hanno preso parte i principali protagonisti della filiera maidicola del Belpaese.

 

Il mais perde terreno soprattutto nel Nord-Est (Veneto, Friuli ed Emilia Romagna); la produzione è stabile solo in poche province vocate, tra cui Cuneo, Bergamo, Brescia e Rovigo. Unica nota positiva il leggero recupero delle rese, la cui media nazionale si è attestata, nel 2016, poco al di sopra dei 100 quintali per ettaro.

 

Per quanto riguarda la granella, sono emerse alcune criticità a livello sanitario: i dati raccolti dalla ricerca pubblica (“Rete qualità mais”) parlano infatti di un 12% dei campioni del Nord Italia contaminati dall’aflatossina B1, mentre picchi di deossinivalenolo sono stati rinvenuti nei campioni provenienti dal Piemonte e da altre aree della pianura padana.

 

La contrazione della produzione inevitabilmente si riflette sul tasso di auto-approvvigionamento nazionale, sceso ulteriormente dal 63% del 2015 al 60%.

 

Stando alle stime disponibili, nel 2016 l’Italia avrebbe importato 5 milioni di tonnellate di prodotto, provenienti per circa un terzo dall’Ucraina e costate complessivamente circa un miliardo di euro.

 

Secondo gli esperti e le associazioni di settore intervenute nel corso della Giornata del mais, per il rilancio della filiera sono necessari l’inserimento della coltura nel prossimo Piano cerealicolo nazionale e l’assegnazione di fondi alla ricerca pubblica a sostegno dei monitoraggi e degli studi sulle performance varietali.

 

Da parte dei presenti è stato altresì evidenziato come la progressiva diminuzione della produzione di mais rischi di mettere in crisi buona parte del sistema agroalimentare Made in Italy. Questo perché il mais rappresenta la base dell’alimentazione di molte produzioni zootecniche Dop.

 

(© Osservatorio AGR)

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