21 Ottobre
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Mais 2021: rese in calo, ma qualità ottima

L’annata 2021 del mais italiano si è ormai conclusa e, numeri alla mano, si conferma come una delle più complesse degli ultimi 5 anni.


La prolungata siccità in molti areali del Nord Italia infatti ha colpito duramente le piante in campo durante i momenti decisivi per la produzione di granella e trinciato, con il risultato che le prime stime ipotizzano cali di resa che oscillano notevolmente, a macchia di leopardo, sul territorio.


In Emilia-Romagna, ma anche in alcuni areali del Veneto, addirittura si ipotizza una flessione dei raccolti del 30-40%, soprattutto negli appezzamenti non irrigati. Nel Bresciano, una delle province più importanti per questa coltura, la riduzione del raccolto è stimata tra il 5 e il 10%, in un quadro nel quale la Lombardia resta leader a livello nazionale con oltre 329.000 ettari a coltura. In provincia il totale delle superfici dedicate arretra di poco da 71.730 a 70.745 ettari: flessione più marcata sulla granella (a 30.680 ettari dai 31.930 del 2020), piccolo incremento per il «ceroso» (40.065 ettari quest’anno, erano 39.500 nel 2020).


Insomma, per il mais 2021 si segnala meno raccolto ma eccellente dal punto di vista della qualità del prodotto in campo. Sotto il profilo sanitario non sembrano esserci particolari allarmi, ma la situazione è costantemente monitorata in particolare nelle zone in cui non si è potuto intervenire adeguatamente con le irrigazioni per evitare lo stress idrico delle piante.


Molti agricoltori hanno deciso di non seminare il secondo raccolto e anche in questo caso, il risultato sarà un decremento produttivo.


La coltivazione maidicola in Italia registra una progressiva riduzione degli ettari investiti che, in 15 anni, si sono praticamente dimezzati, favorendo la crescita delle importazioni nel nostro Paese anche di prodotto OGM. Le aziende maidicole italiane sono circa 100.000 e investono oggi meno di 600.000 ettari a coltura.


La disponibilità di mais nazionale resta comunque fondamentale, in particolare per le produzioni alimentari DOP di origine animale che, sulla base dei relativi disciplinari, devono avvalersi per il bestiame di mangimi e foraggi del territorio.

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