Lotta allo spreco alimentare: gli effetti positivi della Legge Gadda
In Italia ogni anno finisce nella spazzatura cibo commestibile per 15,5 miliardi di euro, una cifra che rappresenta poco meno dell’1% del prodotto interno lordo e che viene realizzata per il 77% in ambito domestico.
È la fotografia scattata da Last Minute Market e dall’Università di Bologna sulla filiera dello spreco alimentare nel Belpaese, a un anno dall’entrata in vigore della “Legge Gadda”, per la limitazione degli sprechi, l’uso consapevole delle risorse e la sostenibilità ambientale.
«Lo spreco alimentare è un tema su cui sensibilizzare i giovani, dai bimbi ai millennials, saranno loro a guidare il mondo» dice il direttore scientifico della campagna Spreco Zero, Andrea Segrè, sottolineando come l’impegno attuato stia dando i suoi frutti. Secondo i dati dell’Osservatorio nazionale Waste Watcher, infatti, per il 66% degli italiani l’alimentazione è correlata ai processi produttivi sostenibili e il 96% insegna ai figli a non sprecare.
Positivi anche gli effetti della normativa antisprechi, che punta sugli incentivi e sulla semplificazione burocratica permettendo di superare le difficoltà che molti donatori incontrano.
«La legge italiana è diventata un modello anche per gli altri Paesi europei», afferma la deputata Maria Chiara Gadda, promotrice del provvedimento. «Le donazioni da parte di imprese impegnate in vari settori dell’intera filiera economica sono sensibilmente aumentate, grazie a una maggiore semplificazione burocratica e a puntuali disposizioni fiscali che incentivano chi sceglie di erogare beni a titolo gratuito. La legge ha suggerito nuove forme di sperimentazione per il recupero di prodotti prima impensabili, come quelli confiscati, le enormi eccedenze nel settore marittimo o in quello del banqueting, nelle mense aziendali e scolastiche».
Le dichiarazioni della deputata trovano riscontro nelle stime della fondazione Banco Alimentare, la più grande realtà italiana di recupero del cibo, che indicano un aumento del 20% del recupero eccedenze dalla grande distribuzione da settembre 2016 a settembre 2017, dovuto all’incremento dei volumi delle donazioni e alla crescita dei punti vendita coinvolti.
(© Osservatorio AGR)