L’Indice Big Mac compie 30 anni
Era il 1986, esattamente trent’anni fa, quando il settimanale economico londinese “The Economist” ideò un indice empirico che permettesse di confrontare facilmente il costo della vita nei diversi Paesi del mondo.
È notorio, infatti, come a fronte di una data somma di denaro, il numero di beni o servizi acquistabili con essa vari considerevolmente a seconda dello Stato (e in alcuni casi della regione) in cui ci si trova. Partendo dall’osservazione che esiste un prodotto diffuso in quasi tutto il mondo, pressoché identico e destinato al largo consumo, la rivista britannica pensò di utilizzare il Big Mac, il panino-icona della catena di fast food Mc Donald’s, come strumento di comparazione del potere d’acquisto.
I dati relativi all’indice mostrano che nel 2016 si vende in Svizzera il Big Mac più caro in assoluto: servono l’equivalente di 6,59 dollari per poterne comprare uno. Al secondo posto si trova la Norvegia (5,51 dollari) e al terzo la Svezia (5,23 dollari). In fondo alla classifica c’è invece l’Ucraina, dove il panino costa solo 1,57 dollari. Si colloca nella parte alta della classifica il Big-Mac italiano, che con un costo medio di 4,62 dollari è più caro di quello disponibile in Francia, Germania, Spagna.
(© Osservatorio AGR)