17 Giugno
politiche

L’Europarlamento approva il divieto di pesticidi nelle aree a interesse ecologico messe a produzione

Via libera del Parlamento europeo al divieto di utilizzo dei pesticidi nelle aree a interesse ecologico su cui gli agricoltori sono autorizzati a produrre.

 

Proposto dall’Esecutivo UE, il divieto era stato bocciato dalla Commissione agricoltura (Comagri), il cui parere ha poi ricevuto da parte dell’assemblea di Strasburgo 363 voti, contro una maggioranza richiesta di 376. Uno scarto minimo che testimonia quanto il tema sia divisivo.

La Comagri si era pronunciata contro il divieto avendo rilevato una contraddizione tra la definizione di superficie delle aziende agricole da destinare a tutela delle biodiversità e le disposizioni che nelle stesse aree consentono una produzione che, di fatto, non sarebbe possibile senza l’uso di pesticidi.

 

Le aree a interesse ecologico, note anche con l’acronimo EFA (Ecological Focus Areas), sono una delle misure “verdi” obbligatorie introdotte dalla riforma della Politica Agricola Comune del 2013. Possono essere di varie tipologie secondo  quanto stabiliscono i singoli Stati membri, tenendo conto di un elenco che comprende: terreni lasciati a riposo, terrazze, elementi caratteristici del paesaggio, fasce tampone, ettari agroforestali, superfici con bosco ceduo a rotazione rapida, superfici oggetto di rimboschimento o con colture azotofissatrici.

 

La normativa comunitaria stabilisce che le EFA rappresentino il 5% della superficie a seminativo nelle aziende di dimensione superiore a 15 ettari. Al contempo autorizza gli agricoltori a produrre su tali aree colture proteiche, come leguminose e soia, in ragione del loro impatto positivo sulla fertilità dei suoli, oppure colture intercalari, tra un raccolto e il successivo della coltura principale.

 

Uno studio della Commissione europea evidenzia che, nell’ambito delle EFA, le superfici messe a produzione rappresentano la tipologia maggiormente diffusa sul territorio dell’Unione, soprattutto in Paesi come Germania, Italia, Danimarca e Polonia.

 

(© Osservatorio AGR)

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