Le analisi confermano la sicurezza del cibo in Italia
Ancora una volta le analisi confermano che, per quanto riguarda i residui di fitofarmaci, il cibo italiano è assolutamente sicuro.
L’ultima conferma arriva dal Ministero della salute, che ha reso noti i risultati del controllo ufficiale sui residui di prodotti fitosanitari negli alimenti per l’anno 2017. Il controllo, effettuato a campione secondo le normative italiane ed europee, riguarda frutta e ortaggi, cereali e farine, olio e vino, anche di provenienza estera.
Il numero totale di campioni pervenuti ed elaborati è stato di 8.316, rispetto ai 6.725 previsti. Su questi campioni sono state effettuate complessivamente 1.797.758 analisi; le sostanze attive ricercate sono state 602 per la frutta e per gli ortaggi, 590 per i cereali, 500 per l’olio, 546 per il vino.
I risultati, come detto, sono confortanti.
Per quanto riguarda l’ortofrutta i campioni regolari sono il 98,7%. Di questi oltre la metà (50,7%) sono privi di residui e il 48% presenta residui inferiori ai limiti di legge (27,5% quelli con più di un residuo).
Se si dividono le due categorie, frutta e ortaggi, vediamo che le irregolarità sono leggermente superiori negli ortaggi (1,5%) rispetto alla frutta (1,2%), mentre gli ortaggi fanno sensibilmente meglio della frutta per quanto riguarda i campioni multiresiduo (ma sempre sotto i limiti di legge): solo il 14,3% contro il 38,8% della frutta.
Per vino e olio non è stato trovato alcun campione fuori regola, mentre per i cereali ne sono stati rilevati 2 su 1.492, pari allo 0,1%. Per quanto riguarda il frumento è utile sottolineare che l’80,1% dei campioni analizzati è risultato privo di residui, mentre il 19,8% presentava residui inferiori ai limiti di legge.
La sicurezza del cibo per i consumatori italiani è ormai un dato acquisito: negli ultimi anni, infatti, la percentuale di prodotti con residui oltre i limiti di legge si è sempre attestata sull’1%, poco meno o poco più, segno di un sistema agricolo che, da questo punto di vista, funziona bene.
Da sottolineare, inoltre, che i dati italiani sono sensibilmente migliori di quelli medi europei.