Contro la siccità Anbi e #ItaliaSicura presentano il Piano nazionale degli invasi
Affrontare i periodi di siccità, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici, puntando sulla raccolta di acqua piovana, da distribuire ai diversi usi, in particolare nel settore agricolo. È questo l’obiettivo del Piano nazionale degli invasi per il recupero della risorsa idrica, presentato – lo scorso 6 luglio – dall’Anbi, l’Associazione nazionale dei consorzi per la gestione e la tutela del territorio e delle acque irrigue, e da #ItaliaSicura, la Struttura di missione di Palazzo Chigi che si occupa dello sviluppo delle infrastrutture idriche e del dissesto idrogeologico.
Si tratta di un programma di durata ventennale, che prevede investimenti per 20 miliardi di euro, allo scopo di realizzare oltre 2mila piccoli e medi invasi lungo l’intero territorio nazionale. Un programma in cui sono già pronti per partire 218 progetti, individuati e curati dai Consorzi di bonifica in ciascuna regione, per un impegno complessivo superiore ai 3 miliardi. Il maggior numero di proposte (73, tra cui un bacino sul torrente Astico, nel vicentino) interessa il Veneto, ma è la Calabria la regione che richiede i maggiori investimenti (527 milioni di euro, tra cui il completamento della diga sul Melito, nel catanzarese).
«Dobbiamo mettere fine a un paradosso tutto italiano: siamo ricchi di acqua, ma non la conserviamo», afferma Erasmo D’Angelis, Capostruttura di #ItaliaSicura, aggiungendo che per combattere la siccità è indispensabile disporre di infrastrutture adeguate, in grado di conservare una parte dell’abbondanza di piogge. Sulla Penisola italiana, sottolinea D’Angelis, ne cadono in media 306 miliardi di metri cubi l’anno, che rappresentano il più alto valore europeo, ma se ne riescono a recuperare per i vari usi appena l’11%.
«Nei prossimi giorni», spiega il dirigente, «con i Consorzi di bonifica incontreremo le regioni, i ministeri interessati e soprattutto quello dell’Economia, per valutare l’accesso al prestito a lunga scadenza della Banca Europea degli Investimenti, che già si è detta disponibile. Il Piano deve essere affidato al Ministero dell’Agricoltura e, utilizzando il comma 140 della legge di bilancio, che prevede i fondi delle infrastrutture, è possibile prelevare magari 150 milioni l’anno. Entro il 2018 cercheremo di strutturare i prestiti».
(© Osservatorio AGR)