25 Luglio
mutamenti climatici

La scure del maltempo sul miele italiano

Oltre 73 milioni di euro di danni agli apicoltori italiani per la mancata produzione dei soli mieli di acacia e agrumi, che hanno registrato una contrazione del 41% rispetto alle attese. È il dato stimato da Ismea per gli effetti del maltempo della scorsa primavera.

Il valore della mancata produzione di miele di acacia è quantificato in 55 milioni di euro, mentre quello riferito al miele di agrumi è pari a 18 milioni di euro.

A questi importi va sommato poi l’onere per il ricorso degli apicoltori alla nutrizione artificiale delle api per evitare la morte delle famiglie per fame. Per non parlare dei danni relativi alla mancata produzione degli altri mieli primaverili, soprattutto al Centro-Nord Italia.

L’Italia è il quarto paese dell’Unione Europea per numero di alveari (1,4 milioni), dopo Spagna (2,9 milioni di alveari), Romania e Polonia (rispettivamente 1,8 e 1,6 milioni di alveari).
Il numero degli alveari registrati nel nostro Paese nel 2018 si è incrementato del 7% rispetto all’anno precedente.

La produzione italiana di miele, secondo stime dell’Osservatorio nazionale sul miele, si attesterebbe su oltre 23.300 tonnellate.

Come accennato, la produzione è garantita da oltre 1,4 milioni di alveari, di cui circa 390.000 stanziali e 556.000 nomadi, i restanti sono invece alveari per produzione hobbistica e autoconsumo.

A livello geografico la produzione è diffusa in tutte le aree del Paese. La regione più produttiva è il Piemonte, con oltre 5.000 tonnellate stimate nel 2018, seguita dalla Toscana con oltre 3.000 tonnellate e dall’Emilia Romagna con oltre 2.000.

Dai dati produttivi medi per regione è emersa una resa media per alveare, per le aziende professioniste che praticano nomadismo, di circa 33 kg/alveare per le regioni del Nord Ovest e Nord Est, 35 kg/alveare per le regioni del Centro e 22 kg/alveare per le regioni del Sud e delle Isole, da cui risulta una resa media a livello nazionale di circa 30 kg/alveare.

Secondo i dati  aggiornati al 1° giugno scorso della Banca dati apistica, emerge che sono 51.578 gli apicoltori in Italia, di cui 33.800 circa producono per autoconsumo (65%) e 17.767 sono apicoltori con partita Iva che producono per il mercato (35%).
La presenza di un numero così considerevole

di apicoltori non professionisti costituisce allo stesso tempo una risorsa e un aspetto problematico.

L’aspetto positivo riguarda soprattutto la funzione di impollinazione per l’agricoltura e per l’ecosistema; gli aspetti critici riguardano essenzialmente l’influenza negativa sullo stato sanitario delle api, quando tali attività sono svolte al di fuori regole minime di gestione sanitaria.

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