La Pac rischia un taglio da 54 miliardi
Il presidente del Consiglio UE, il belga Charles Michel, ha
presentato nei giorni scorsi la proposta di quadro finanziario europeo per i
prossimi 7 anni. E le prospettive per la politica agricola comune sono quelle
di un «bagno di sangue».
Rispetto all’attuale quadro finanziario ci sarebbe un taglio di quasi 54
miliardi: gli aiuti diretti, il cosiddetto primo pilastro, subirebbero un
taglio del 10%, mentre i finanziamenti destinati allo sviluppo rurale, i Psr,
si ridurrebbero del 25%. In totale un calo del 14% delle risorse destinate
all’agricoltura europea.
Le prime reazioni dal mondo agricolo sono, ovviamente, di chiusura totale.
«Considero inaccettabile, e offensivo nei confronti dei nostri agricoltori e
dello stesso Parlamento europeo, la proposta presentata da Charles Michel sul
quadro finanziario per i prossimi sette anni, che sottrae globalmente 53,6
miliardi di euro ai fondi attuali della Pac» ha detto senza mezze misure
l’europarlamentare Paolo De Castro.
Tagliando del 25% (meno 24,2 miliardi in 7 anni) i fondi europei per le aree
rurali rispetto all’attuale sistema di finanziamento, il Consiglio
«probabilmente sta dimenticando che la sostenibilità ambientale non può
esistere senza la sostenibilità sociale ed economica del settore» ha aggiunto
De Castro.
Il taglio ai fondi dello sviluppo rurale ha provocato anche la protesta della
Coalizione delle AgriRegioni, che rappresenta regioni da Italia, Francia,
Spagna, Portogallo, Germania e Polonia: dalla Baviera alla Bretagna, dalla
Castilla y Leon a Lombardia ed Emilia-Romagna, dalla Toscana alla Provincia
autonoma di Bolzano, le regioni Ue hanno alzato la voce, definendo
«inaccettabile» la riduzione del 25% prevista nella bozza Michel.
Se «i leader europei vogliono mantener fede alle promesse di tutelare territori
rurali dinamici, i contributi vanno almeno mantenuti al livello attuale» ha
dichiarato Jannes Maes del Consiglio giovani agricoltori Ue (Ceja). «Abbiamo
ambizioni ambientali per la Pac, ma tagliando i fondi per lo sviluppo rurale ci
diamo la zappa sui piedi» ha rincarato la dose il portavoce del comitato
speciale Ue per l’agricoltura per la presidenza croata Niksa Tkalec.
La battaglia comincia adesso.