La Cun dei suini non riesce a funzionare
Convocare subito un Tavolo suinicolo nazionale. È questa la richiesta inviata nei giorni scorsi al ministro delle politiche agricole, Stefano Patuanelli, dagli assessori all’agricoltura delle Regioni Lombardia ed Emilia-Romagna, rispettivamente Fabio Rolfi e Alessio Mammi.
«La mancanza di una visione strategica di filiera – sostengono i due responsabili agricoli – mette a rischio la redditività di uno dei comparti zootecnici portanti dell’agroalimentare italiano. A seguito delle perduranti difficoltà che caratterizzano da tempo il funzionamento della Cun (Commissione unica nazionale suini) è necessaria la convocazione del tavolo di filiera».
«Il malfunzionamento cronico della Cun – sostengono i due assessori – compromette la redditività non soltanto degli allevatori, che sono il primo anello della filiera e sui quali si scaricano anche i maggiori costi delle materie prime, ma anche dei macellatori».
Nelle due regioni è stato recentemente approvato un documento molto preciso e condiviso dalla filiera, che propone anche una serie di iniziative per dare stabilità e prospettive al comparto. Da alcune settimane, infatti, la riunione della Cun ha visto la sola presenza degli allevatori, dei rappresentanti del Ministero e della Borsa merci telematica ma non dei macelli.
Già nella precedente riunione dei primi di luglio le dimissioni dei commissari della parte acquirente avevano suscitato sorpresa. «Non rispettare i prezzi della Commissione unica nazionale – sottolinea Ettore Prandini, presidente di Coldiretti – significa mettere a rischio l’intera filiera della salumeria italiana che vale 20 miliardi di fatturato e centomila posti di lavoro».
Il problema resta la forte litigiosità tra gli anelli deboli di questa filiera, ovvero dell’allevamento e della macellazione, che si spartiscono margini risicati rispetto a quelli più ampi che restano a mediatori, salumifici, prosciuttifici e soprattutto alla grande distribuzione.