Kiwi, raccolto 2019 in lieve calo
A poche settimane dall’inizio della raccolta, le stime sulla produzione nazionale di kiwi sono orientate a una flessione di circa il 6% rispetto alla scorsa campagna, per un quantitativo che, basandosi sul dato dell’ultima annata, dovrebbe attestarsi attorno a 370.000 tonnellate.
Una primavera fredda e piovosa e un’estate con temperature roventi non hanno favorito il decorso vegetativo, che ha portato a una abbastanza diffusa riduzione delle pezzature dei frutti.
Continuano a essere preoccupanti le emergenze sanitarie, legate soprattutto allo sviluppo della moria del kiwi, che al Nord Italia, ma segnalazioni si hanno anche nell’importante bacino produttivo di Latina, ha già causato diversi casi di dismissione di impianti.
C’è poi il problema cimice asiatica che sta compromettendo l’intero comparto frutticolo e le produzioni che più caratterizzano il nostro sistema produttivo, come appunto il kiwi.
Un vero e proprio flagello denuncia la Coldiretti, che nel Veneto, ma la situazione è grave anche in Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Piemonte e Lombardia, ha comportato danni alle produzioni di mele, pere, pesche e kiwi per 100 milioni di euro, ipotecando i raccolti soprattutto nella provincia di Verona.
Guardando al resto d’Europa le previsioni produttive propendono per una conferma dei volumi dell’anno scorso in Grecia, con oltre 200.000 tonnellate, e a un risultato sostanzialmente invariato in Francia, dove il raccolto dovrebbe attestarsi a circa 55.000 tonnellate.
Il mercato non dovrebbe pertanto riservare cattive sorprese. Gli addetti ai lavori escludono situazioni di eccedenza o sovrapposizioni di offerta, anche in considerazione degli attuali livelli degli stock, inferiori alla media del periodo.
Nell’Emisfero australe il collocamento sta procedendo in maniera regolare, con la stagione giunta ormai alle battute finali. Il Cile chiuderà a breve gli imbarchi verso i mercati d’Oltreoceano, mentre la Nuova Zelanda si appresta a concludere le spedizioni nell’arco di qualche settimana. Si profila dunque uno scenario positivo anche per l’export, con il comparto che all’estero, per quanto attiene al prodotto italiano, muove circa 290.000 tonnellate (dato Istat 2018), generando un fatturato attorno a 450 milioni di euro.