17 Ottobre
innovazione politiche

Italia all’avanguardia nelle energie rinnovabili

Il prossimo 31 dicembre, completato il confronto con gli uffici preposti, sarà presentato definitivamente all’Unione Europea il Piano nazionale integrato per l’energia e il clima (Pniec), che guarda al 2030 dandosi obiettivi ambiziosi, superiori a quelli previsti dall’UE: 40 nuovi gigawatt di produzione elettrica, con aumento di due volte e mezzo della produzione da fotovoltaico e raddoppio di quella da eolico.

Molti Stati membri non raggiungeranno i risultati attesi dall’Unione entro il 2020, che prevedono una quota del 20% dei consumi di energia elettrica soddisfatta dalle «rinnovabili». Entro il 2030 l’obiettivo è stato già fissato al 32%, con possibili «ritocchi» per un ulteriore aumento.

Il nostro Paese è nel gruppo degli 11 che hanno già raggiunto il proprio obiettivo: nel 2017 era infatti già arrivato al 18,3% rispetto all’obiettivo nazionale 2020, stabilito dall’UE, del 17%.

E che in Italia vi sia grande attenzione al tema delle energie rinnovabili è confermato anche dai risultati cui è giunta l’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, che vicino a Roma ha realizzato un impianto sperimentale per la produzione di biogas ad alta efficienza. Si tratta di una struttura innovativa in grado di aumentare la resa e il contenuto in metano di oltre il 70% rispetto a un apparato convenzionale, e di ridurre volumi, tempi e costi di produzione.

L’impianto si compone di un digestore pilota e di un dispositivo innovativo, di taglia ridotta rispetto a quelli in commercio, che incrementa la resa di conversione in biogas, accelerando la degradazione della cellulosa, la componente più rilevante delle biomasse utilizzate.

La produzione di biogas da impianti di digestione anaerobica è ritenuta ormai una tecnologia matura ampiamente diffusa sul territorio nazionale, soprattutto nel Nord Italia.

La novità dell’impianto sperimentale dell’Enea sta nel fatto di riuscire a ottenere, con questa nuova tecnologia, percentuali più elevate di contenuto in metano partendo da biomasse povere, come canne, paglia, residui agricoli o rifiuti organici.

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